Contrastare la violenza di genere con la comunicazione sociale

La violenza sulle donne è una piaga diffusa e spesso sottovalutata. La libertà femminile fa paura. Amarezza, indignazione e dolore generano poi il perpetuarsi della violenza sulle donne, così frequente proprio sulle compagne di vita. D’altra parte, non possiamo nascondere che proprio la maggiore eguaglianza conseguita dalle donne sul lavoro e nelle professioni può suscitare pericolosi atteggiamenti di reazione.

La violenza contro le donne è un fenomeno che non conosce battute d’arresto e che nel 50% dei casi avviene tra le mura domestiche. Solo all’inizio del 2016 sono stati 80 i femminicidi in Italia. Rispetto alla Spagna e alla Francia, l’Italia ha dimostrato di avere una visione parziale del problema, adottando un approccio riduttivo e poco incisivo: non si è compresa l’importanza di rendere visibile l’uomo, di non mostrare solo donne deboli e inermi, di riflettere sull’impatto delle violenze sui figli che assistono impotenti, ma che osservano e “imparano”. Tuttavia, sono tanti gli esempi di buona comunicazione sociale in Italia, dove si è deciso di affrontare il problema da altri punti di vista. Ultima, in ordine di tempo, la bella iniziativa NoiNo.org, campagna di sensibilizzazione e community online rivolta ai maltrattamenti e che ha una particolarità: è realizzata proprio da una rete di uomini che hanno deciso di scendere in campo e dire “Basta” alle violenze sulle donne. Ecco l’intento di questa rete, spiegato nel loro sito web: NoiNo.org è una prima persona maschile plurale, molto plurale. Perché non siamo una associazione né un partito: siamo una rete di uomini diversi tra loro per età, modo di vivere, convinzioni. Ognuno con la sua idea di che cosa vuol dire essere un uomo (o se si preferisce un vero uomo). In NoiNo.org c’è spazio per tutti, tranne che per i violenti.

La campagna, sostenuta e promossa da fondazioni, enti locali ed associazioni, mira a coinvolgere quanti più uomini possibile, attraverso strumenti di comunicazione tradizionale, non convenzionali e social network: molti i personaggi famosi che hanno già aderito alla campagna, ma tutti possono partecipare attivamente, facendo sentire la propria voce con un deciso “Noi No”. Certo, la strada nel nostro Paese è ancora lunga, ma vedere gli uomini metterci la faccia e impegnarsi insieme alle donne è un traguardo importante per l’Italia. Un’Italia che deve far iniziare la lotta alla violenza tra le mura di casa, farla continuare tra quelle di una scuola e poi sugli schermi televisivi, nel web e sui giornali. Un’Italia che deve insegnare il rispetto verso l’altro sesso e diffondere una cultura del dialogo. Un’Italia che si impegni nell’educazione. Perché è lì che deve essere gettato il seme del cambiamento. Importanti segnali vengono anche dalla tv e dal mondo dello spettacolo, dove ogni giorno passano messaggi importanti, per combattere la violenza contro le donne, sia in studi televisivi che fiction, sia che si tratti di reti pubbliche che quella private.

A testimonianza di come sia cambiata la televisione negli ultimi anni e di come sia sensibile a temi sociali di vitale importanza, la testimonianza di Antonio Centomani noto regista napoletano, nonché direttore della fotografia del docufilm Segni, con la regia di Agrese Rizzello, presente alla tavola rotonda svoltasi presso la Sala riunioni Unisin di Viale Liegi a Roma. Durante il meeting il regista ha sottolineato l’importanza della comunicazione in tutte le sue forme, e come ancora oggi parlare di certi temi fa paura e aggiunge: “ molto spesso, per l’indice dell’ascolto è molto più facile e redditizio mostrare soggetti normo dotati o comunque di bella presenza piuttosto che uomini e donne “normali”, nella loro diversità.

Nicola Massaro