Unisin: necessaria una corretta informazione

Financial Times, “SÌ” alla corretta informazione, “NO” al terrorismo mediatico

“Gli elettori dovranno votare secondo la propria coscienza e la propria opinione, il più possibile informati e consapevoli, ed in questo un ruolo importantissimo devono svolgerlo gli organi di informazione evitando di paventare disastri in base al risultato”, afferma il Segretario Generale di UNISIN Emilio Contrasto, commentando le analisi del Financial Times riguardo i possibili esiti del referendum sulla riforma costituzionale di domenica 4 dicembre 2016.

“La stampa, ed in particolare un autorevole e stimato organo di informazione quale il Financial Times – continua Contrasto – non può lasciarsi andare in valutazioni che, paventando il rischio di uscita dall’euro, di fallimento di otto banche italiane ed, in generale, di tenuta del sistema, rischiano di influenzare l’andamento del voto in maniera irresponsabile e senza un’approfondita analisi né un contraddittorio: altrimenti non è corretta informazione ma terrorismo mediatico”.

“MontePaschi, BPVi, Carige, Banca Etruria, CariChieti, Banca Marche e CariFerrara si ritrovano nella situazione in cui sono a causa di cattive gestioni manageriali, a volte con responsabilità che auspichiamo le autorità competenti accertino al più presto” spiega il Segretario Generale di UNISIN, che evidenzia che “il settore si sta facendo carico, con il contributo come di consueto responsabile delle Organizzazioni Sindacali, di affrontare e gestire le varie crisi con il minor impatto possibile sui lavoratori, sulla clientela e sull’economia del Paese”.

“Come ogni forma di incertezza, anche quella eventualmente derivante dall’esito referendario, potrà non piacere ai mercati ma non esiste un automatismo tra esito del referendum e tenuta del governo se non per scelta deliberata dello stesso Presidente del Consiglio” conclude Contrasto “ed anche in tal caso l’auspicio è che le istituzioni e le forze politiche reagiscano prontamente con senso di responsabilità per la stabilità di cui il Paese ha bisogno”.