Sessant’anni di Comunità Europea: forgiamo il futuro

Una delegazione della Confsal ha partecipato al Convegno organizzato dal CESE (Comitato Economico e Sociale Europeo) il 13 marzo a Roma, con il patrocinio della Camera dei Deputati, durante il semestre di Presidenza maltese, presso l’Auletta dei Gruppi Parlamentari nel Complesso di Montecitorio.

Siamo ormai prossimi alla celebrazione dei 60 anni dei Trattati di Roma, che hanno istituito la Comunità Economica Europea (CEE) e la Comunità Europea dell’Energia Atomica (CEEA) il 25 marzo del 1957. Nel messaggio di saluto inviato dal Presidente Juncker, è stato interessante cogliere riferimenti sull’importanza di imparare ad ascoltare i popoli dell’Unione Europea, di non dimenticare le conquiste fatte in termini di pace, libertà di circolazione (basti pensare alle opportunità offerte dal progetto Erasmus ai giovani delle ultime generazioni), di tener presente il tema della solidarietà. Interessanti i riferimenti emersi nel corso del dibattito al Libro bianco sul futuro dell’Europa, contributo della Commissione europea al vertice di Roma del prossimo 25 marzo 2017. Libro bianco che presenta cinque scenari per la possibile evoluzione dell’Unione fino al 2025 e che, di fatto, segna l’inizio di un processo che vedrà coinvolti 27 Stati membri, dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione (Brexit).

Tra i temi emersi nel corso del convegno: ascoltare ed intercettare i bisogni delle persone, ricordare che per molti giovani l’Europa è già il loro mondo, rilanciare l’UE ripartendo dallo Stato di diritto, dai diritti cosiddetti fondamentali delle persone, dalla solidarietà che non può essere a senso unico, per dare risposte a tanti problemi che si sono creati, anche per  l’aggravarsi della crisi finanziaria. E ancora: assumere un impegno per realizzare l’Europa sociale, operando per rendere effettivi gli obiettivi condivisi nei Trattati, mettendo al centro del progetto e dell’operato il Pilastro sociale, per uno sviluppo che sia sostenibile anche socialmente e non solo dal punto di vista economico; far crescere la ricchezza delle persone (aumenti contrattuali, maggiori opportunità di buona occupazione) ed il loro benessere e senso di sicurezza sociale (Welfare) che non devono essere visti come ostacoli alla competitività, ma come investimenti sul futuro stesso dell’Europa, molto caratterizzata, peraltro, in termini economici, da un grande peso del mercato interno rispetto alle esportazioni. E: operare nell’ambito dei Trattati, per pensare a delle politiche espansioniste e favorire gli investimenti sia pubblici che privati, anche operando nell’ambito della flessibilità.

L’incontro si è concluso con un omaggio al dottor Pietro Bartolo, responsabile sanitario di Lampedusa, per il suo prezioso impegno a sostegno del drammatico flusso di migranti in termini di organizzazione strutturale e di sincera partecipazione umanitaria. Persone, che arrivano in Europa dopo viaggi che durano anni, che sono coinvolte in un fenomeno imponente dal quale non si può fuggire ed al quale necessita dare risposte strutturali.

Aleardo Pelacchi