Il nostro futuro con Amelia

Un software basato sull'intelligenza artificiale

Se un imprenditore del calibro di Bill Gates ha sentito il dovere di intervenire su un argomento così spinoso come quello delle tasse, auspicando che in un futuro, non molto lontano, il lavoro svolto dalle macchine venga tassato, vuol dire che la questione è seria e va affrontata in tempo utile. Lo scenario sta rapidamente mutando, l’utilizzo dei robot, nelle attività umane,  sinora soltanto  materia letteraria,  già nei prossimi anni potrebbe diventare tangibile e cambiare la vita di noi tutti.  Siamo alle porte della quarta rivoluzione industriale ? Lo scorso anno la trasmissione Rai “Presa diretta” ha affrontato  l’impatto che lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, applicato alla robotica, avrà sulla società umana. Il servizio giornalistico ha messo in evidenza, come già in tantissime realtà industriali e non solo, l’utilizzo di macchine intelligenti stia già rapidamente rimpiazzando il lavoro umano. Non pensate però che questo stia avvenendo solo per lavori manuali o ripetitivi, come nelle catene di montaggio, ma bensì anche in ambiti dove mai avremmo pensato di poter essere sostituiti.

L’intelligenza artificiale, ovvero la capacità di una macchina di acquisire nozioni, imparare lingue, interpretare gesti, trovare soluzioni a problemi di diversa natura, insomma di pensare come un umano, potrebbe sconvolgere a breve le nostre vite.  Un esempio per tutti è quello di “Amelia”  un software di intelligenza artificiale realizzato in quindici anni da una azienda statunitense, la Ipsoft. Amelia è una specie di  software avanzato, per meglio dire,  un ultra  computer dotato di un cervello semantico,  il suo utilizzo renderà  inutile nei call center il lavoro umano, ma non solo sostituirà centralinisti, segretari,  assicuratori,  addetti all’assistenza clienti. Molte aziende, anche italiane, stanno già implementando, nei loro centri telefonici di assistenza, l’utilizzo di Amelia. Inevitabile, quindi, che prima o poi ci capiti di dialogare con una voce non umana per avere informazioni o assistenza. Il bello di Amelia  è di essere in grado di apprendere, capire, dialogare, parlare molte lingue e dare le risposte più opportune.  Insomma, addio operatore  call center, ora c’è Amelia che lavorerà per la sua azienda gratis, senza ferie, senza indennità di malattia, senza orario di lavoro, senza contributi previdenziali, senza pensione  e finalmente senza la seccatura dei sindacati. Le implicazioni dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale alle attività umane sono vastissime. Mi viene da pensare alla protesta dei tassisti italiani che vedono messo in pericolo la loro attività da Uber,   il quale  con una semplice applicazione su smartphone,  è riuscita a mettere in crisi una attività lavorativa. Tra qualche anno, però, anche Uber diventerà obsoleto perché l’intelligenza artificiale renderà inutile anche il conducente, in quanto  le auto si guideranno da sole e, quindi, il lavoro del tassista sparirà.L’intervento di Bill Gates più che una esortazione è un monito ai governi perché sin da subito affrontino una problematica che, lasciata a se stessa, potrebbe distruggere la società futura.

Ci attende un futuro radioso oppure  distopico? Ancora non lo sappiamo può darsi che il cervello di Amelia o Amelio venga poi installato in qualche robot di forma umana, magari al silicone, e quindi a disposizione di quanti lo  sceglieranno come compagno. Ricordate Blade Runner? Personalmente ad una Amelia brava, comprensiva, simpatica, intelligente, colta, disponibile, ma fatta in silicone,  preferirei di gran lunga che Amelia restasse in carne ed ossa con tutti i suoi limiti,  pregi e  difetti. (e.p.)