La Tunisia vota una legge “storica” contro le violenze nei confronti delle donne

Dopo un lungo dibattito e numerose trattative, il Parlamento tunisino, lo scorso 26 luglio, ha votato all’unanimità dei 146 deputati presenti (su 217 totali) quella che è da considerarsi una legge molto attesa per contrastare e porre un freno alle violenze contro le donne.

Il testo approvato dall’Assemblée des Représentants du Peuple di Tunisi sopprime, in maniera specifica, la possibilità per l’autore di un atto sessuale nei confronti di una minorenne di poter evitare di essere perseguito dalla legge sposando la propria vittima. I 43 articoli della nuova legge contengono norme tese a combattere tutte le forme di violenza basate sul genere, a realizzare l’uguaglianza tra uomini e donne ed a tutelare la dignità umana.

Si rafforza la protezione prevista per le vittime e si aboliscono le norme considerate più retrograde e discriminatorie. Viene, poi, introdotto il riconoscimento di tutte le violenze fisiche, morali e sessuali.

Lo spirito della legge è quello di ritenere queste violenze non più come un affare privato, ma, piuttosto, una questione che riguarda la sfera pubblica. Infatti adesso il ritiro della denuncia non interrompe più l’azione penale.

La nuova legge prevede, poi, un’assistenza giuridica e psicologica alle vittime e instaura dei progetti specifici per includere nei programmi scolastici i principi relativi ai diritti umani ed all’uguaglianza di genere.

Viene modificato il controverso articolo 227 bis del Codice penale tunisino, sopprimendo la disposizione che prevede la non prosecuzione dell’azione penale nei confronti dell’autore di un atto sessuale che sia stato compiuto “senza violenza” su una minorenne che abbia meno di 15 anni e che contragga matrimonio con la sua vittima.

In Tunisia, secondo uno studio del 2010 dell’Office National de la Famille, almeno il 47 % delle donne hanno vissuto un’esperienza di violenza nell’ambiente familiare e fino allo scorso 26 luglio non esisteva nessun testo specifico che menzionasse le violenze familiari.

La nuova legge, infine, comprende anche delle norme che riguardano le molestie nei luoghi pubblici e che combattono le discriminazioni di carattere economico.

La Tunisia è da considerarsi pioniera tra i paesi del mondo arabo per quel che riguarda i diritti delle donne. Già la nuova costituzione, emanata nel 2014, afferma che “i cittadini e le cittadine sono eguali nei diritti e nei doveri”; ma purtroppo in Tunisia, come in tante altre parti del mondo,le donne restano ancora oggi vittime di discriminazioni in molti campi e sarà, pertanto, necessaria un’evoluzione della mentalità comune che vada al di là del pur necessario voto dello scorso 26 luglio.

Andrea Brancaleone