Fusione tra le Bpm e il Banco Popolare

Con l’approvazione del progetto di fusione tra la Bpm e il Banco Popolare da parte delle due assemblee nasce il Banco Bpm – questo il nome del nuovo istituto – terzo gruppo italiano alle spalle di Intesa Sanpaolo e Unicredit, con 4 milioni di clienti, 2.467 sportelli e una quota di mercato dell’8,2% che è anche l’effetto della legge del Governo Renzi che ha imposto la trasformazione delle popolari in società per azioni.  La banca, nella tradizione delle cooperative, ad ogni modo, potrà destinare fino al 2,5% dell’utile per iniziative sociali a favore dei territori di riferimento.

La vigilanza europea ha imposto al Banco Bpm un aumento da 1 miliardo, allo scopo di alzare le coperture sul corposo stock di crediti deteriorati, mentre ha ridimensionato le richieste della Bpm su governance e autonomia della sua banca, che dopo un triennio dovrà essere incorporata nella capogruppo. Il Cda della nuova Banca avrà sede legale a Milano e amministrativa a Verona e sarà composto da 19 membri, con Giuseppe Castagna (Consigliere Delegato e Direttore Generale di Banca Popolare di Milano ed ex Direttore Generale del Banco di Napoli) Amministratore Delegato e Carlo Fratta Pasini Presidente mentre il Comitato esecutivo sarà presieduto da Francesco Saviotti. Direttore generale sarà Maurizio Faroni.

Sulla base del concambio, gli azionisti del Banco rappresenteranno il 54,6% del capitale e quelli della Bpm il 45,4%. Questi gli ambiziosi obiettivi del nuovo gruppo: 1,1 miliardi di utili al 2019, la redditività del capitale (rote) incrementata dal 5,5% al 9% e il Cet1, indicatore di solidità patrimoniale, in aumento dal 12,3% al 12,9%.

 

Maria Grazia Palmarini