A proposito di violenza contro le donne: che si parli, sempre!

A pochi giorni dal 25 novembre, Giodaniela1rnata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la Tavola Rotonda organizzata da Unisin, a Roma, lo scorso 17 novembre, ha contribuito a segnare un altro piccolo punto di luce nel vasto mondo, purtroppo ancora pieno di ombre, della lotta alla violenza di genere, in qualsiasi modo e luogo essa si manifesti.

La sensibilità che il Sindacato deve mostrare verso tali tematiche è indubbia ed imprescindibile per la funzione sociale che esso svolge e per la sua stessa sopravvivenza; questo è tanto più vero se si tiene conto che le violenze psicofisiche che vedono le donne vittime sui luoghi di lavoro sono, spesso, più subdole, ma ugualmente devastanti rispetto a quelle subite tra le pareti domestiche; esse appaiono inevitabili per le vittime, poiché percepiscono l’impossibilità di sottrarvisi, o scappare, o denunciare senza subire conseguenze pesanti.

In ragione di ciò, Unisin, Sindacato ha promosso la recente Tavola Rotonda dal titolo: Violenza sulle donne nei luoghi di lavoro: prevenire e contrastare. Dalla teoria ai casi pratici.

L’incontro ha messo al centro dei lavori l’azione culturale, come miglior argine possibile contro la violenza. Un cambio di passo in cui sia possibile, attraverso la formazione e la diffusione della conoscenza, a partire dai vertici e dai dirigenti, nonché dai rappresentanti sindacali,  passare da un’idea fredda di gestione del personale, ad un concetto di cura delle persone, che passi per la salubrità dei luoghi di lavoro.

La prima parte della giornata ha visto, oltre ai saluti di Emilio Contrasto, Segretario Generale di Unisin, di Sergio Mattiacci, Segretario Generale aggiunto e di Daniela Foschetti, Segretario Nazionale di riferimento di Unisin Donne & Pari Opportunità,  svilupparsi, moderati da Bianca Desideri, Direttore Responsabile di Professione Bancario, nonché Responsabile nazionale di Unisin Donne & Pari Opportunità, gli interventi dei relatori presenti, che hanno coinvolto la platea in un ampio dibattito, calibrando ed intersecando le proprie orazioni in un unico quadro di insieme.

Dalla teoria ai casi pratici, ma anche dal generale al particolare, dalla normativa sovranazionale a quella statale, la tutela e la cautela da dispiegare per riconoscere e combattere le discriminazioni di genere, soprattutto sui luoghi di lavoro, è stata declinata in ogni suo aspetto.

Ad iniziare il focus l’avvocato Immacolata Troianiello, componente C.d.A. Cassa Forense e membro della Consulta Regionale Femminile in Campania, con un intervento sulla percezione della società in merito alle discriminazioni che la donna subisce, anche nel mondo del lavoro (differenze retributive sostanziali, a parità di mansioni e competenze, difficoltà di permeare determinati ambiti di potere, come quello politico, ad esempio), che ha rivelato, con supporto di indagine ISTAT, un calo, dal 2006 al 2015, delle manifestazioni di violenza  fisica e psicologica, sulle donne, dovuto ad una maggiore informazione e sensibilizzazione sull’argomento e ad una accresciuta consapevolezza delle vittime nel riconoscere e combattere il fenomeno. L’intervento del prof. Antonio Lanzaro, docente di Diritto Internazionale all’Università degli Studi di Napoli Parthenope, con l’approfondimento sulle norme comunitarie a tutela della donna, ha rivelato un impianto normativo complesso, che ha avuto ampio effetto sull’ordinamento interno italiano, ma che avrebbe potuto sfociare in azioni effettive se la Convenzione di Istambul (2011) avesse trovato pienezza di applicazione in ognuno degli Stati Membri come convenzione self-executing. Per l’analisi dell’impatto che la normativa sovranazionale ha avuto su quella nazionale, la prof. Antonella Batà, ricercatore t.i. presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, si è soffermata specificatamente sul mondo del lavoro e sui risvolti psicologici che la violenza sulla donna può assumere in tale ambito, sino ad arrivare a danni, anche permanenti, alla salute. L’identificazione delle situazioni a rischio, saper distinguere tra discriminazione, mobbing, straining, stalking, rende possibile una tutela specifica e mirata, pure garantita dal nostro legislatore e meglio concretizzata dalla giurisprudenza, ma poter lavorare sulla prevenzione delle situazioni a rischio, tramite la predisposizione di accordi fattivi ai tavoli delle trattative contrattuali, rimane l’obiettivo da consolidare. Con l’avvocato giuslavorista Antonella Verde si è avuto l’approfondimento giuridico e pragmatico, con lo studio di alcuni casi pratici di discriminazione di genere, quanto mai sostanziale, sulla protezione garantita dal legislatore alla donna, in quanto soggetto discriminato e discriminabile in determinate situazioni di fatto, siano esse rappresentate tra le pareti domestiche piuttosto che sul luogo di lavoro, diventa momento di confronto ed apprendimento indispensabile per sviluppare il bagaglio culturale essenziale al sindacalista, nel suo ruolo di primo baluardo per la difesa dei diritti. La contrattazione di secondo livello diventa, in questo discorso di riconoscimento e tutela, un’“arma” fondamentale a disposizione del Sindacato affinché situazioni meritevoli di garanzia assurgano a dignità di norme regolamentatrici del rapporto di lavoro.daniela-foschetti

A completamento del quadro degli interventi, nella seconda parte della giornata di lavori, la proiezione della clip tratta dal documentario Segni, con la scrittura e la regia di Agnese Rizzello, ospite dell’evento assieme ad una delle protagoniste dell’opera, Monica Periccioli e al direttore della fotografia Antonio Centomani.

Segni  raccoglie le storie di 5 donne colpite dal cancro al seno e ne fa una testimonianza intensa di lotta per la vita e per la dignità. Le parole di Monica Periccioli, che ha combattuto e vinto contro la malattia, risuonano nella sala quanto mai calzanti, ed ammantano di corposità e concretezza tutto il discorso portato avanti nel meeting. Vittima di un eclatante caso di discriminazione sul luogo di lavoro, proprio a causa della sua malattia, Monica ha dovuto combattere in solitudine contro il clima ostile creatole attorno da alcuni colleghi e diretti sovraordinati; l’impreparazione con cui l’azienda ha affrontato il problema, che non è esclusivo della dipendente, bensì ricade sull’intero ambiente lavorativo, è ciò che il Sindacato, con Unisin in prima linea, deve mirare a debellare.

La redazione di Professione Bancario ha seguito in diretta l’evento su facebook con la collaborazione di Nicola Massaro e Giusi Nuzzi.

 

Rossella Marchese