Bitcoin: istruzioni per l’uso

Il lancio dei futures sui Bitcoin, deciso dalla US Commodities and Futures Trading Commission, ha acceso l’attenzione dei grandi media sulla moneta elettronica creata ormai sette anni fa dal misterioso Satoshi Nakamoto (la cui enigmatica identità è stata più volte individuata e smentita). Si tratta di titoli che scommettono sul valore futuro della criptovaluta e che, per la prima volta, vengono scambiati su un mercato ufficiale e regolamentato, la Chicago Board Options Exchange. Di solito si usano per le materie prime, se ne sente parlare in particolare per il petrolio, ma in teoria potrebbero essere emessi per qualsiasi cosa.

La gente ha iniziato a parlare di Bitcoin anche come forma di investimento, oltre che di speculazione, e non a caso i conti sulle piattaforme di trading specializzate come Coinbase sono esplosi nel giro di pochi giorni, pertanto i futures sono stati una conseguenza logica.

La quotazione si muove ora oltre i 16mila euro, ma come abbiamo imparato negli ultimi giorni, il valore del Bitcoin rispetto a euro e dollaro fluttua di continuo e non è raro poter perdere ampie percentuali dei propri investimenti per poi recuperarne nel giro di poche ore o giorni. Dipende da numerosi fattori: l’assenza di elementi concreti alla base di quel mercato e l’ampiezza stessa del mercato, che ancora si stenta ad individuare, ma che in fondo si può considerare ancora limitato, nonostante le notizie recentissime ne stiano dando un’immagine pachidermica, e dove dunque pochi massicci movimenti o previsioni (tipo l’interesse di determinati fondi speculativi) può comportare scossoni clamorosi.

Cosa sia il Bitcoin è ormai patrimonio comune. Anche se per la stragrande maggioranza rimane un alone di mistero il suo effettivo funzionamento. Di fatto la valuta nasce con il mining informatico, cioè con la risoluzione di complesse equazioni, un’operazione che può essere eseguita solo da coloro che hanno un hardware specializzato: se si appartiene a un Pool, cioè a una rete specializzata nella creazione di Bitcoin, si deve fornire a questa alcune risorse di calcolo del proprio computer. Il procedimento richiede, infatti, un’altissima potenza di calcolo. Il minier quindi, è uno o più computer messi a disposizione della rete di condivisione di Bitcoin.

La valuta virtuale non fa uso di un ente centrale né di meccanismi finanziari sofisticati in quanto il suo valore è determinato “semplicemente” dalla leva domanda e offerta. Il dispendio energetico prodotto per la sua emissione viene, poi, compensato dalla messa in circolazione di alcune unità. Al momento ne sarebbero prodotte circa 3.600 al giorno per un totale circolante intorno ai 17 milioni e una capitalizzazione di 300 miliardi di dollari.  Eppure anche Bitcoin hanno un tetto: il sistema è architettato per fare in modo che non possano esserne prodotti più di 21 milioni.

Da questa futura limitazione nasce la duplice faccia dello strumento: speculazione immediata e investimento-risparmio futuri. Ed è proprio intorno alla potenzialità speculativa dello strumento in questione che ruotano tutti i timori legati a possibili bolle finanziarie che tanto hanno fatto tremare il mondo negli ultimi anni.

Non ci resta che attendere e cercare di comprendere più in fretta del passato gli sviluppi e le reazioni dei mercati a questa nuova sollecitazione.

Rossella Marchese