Francia e Italia, due avvocature a confronto

Lo scorso 6 settembre il Consiglio Nazionale Forense ha ospitato, nella sua sede capitolina, la Ministra della Giustizia francese, Nicole Belloubet e la Vice Presidente dell’Ordine degli Avvocati francesi, Marie-Aimeè Peyron; scopo della visita: una serie di incontri istituzionali, in primis quello con il Guardasigilli Alfonso Bonafede, ma anche un focus sulla sperimentazione oltralpe del modello italiano del processo telematico e la formazione dell’avvocatura nell’iter di digitalizzazione.

Il gemellaggio tra le due capitali, Roma e Parigi, non si limita solo alla formalità, dunque, ma rappresenta un legame profondo che investe anche dialogo costante e unità d’intenti tra i Ministeri della Giustizia dei due Stati Membri. La collaborazione non riguarda solo la dematerializzazione dei fascicoli, l’Italia si è impegnata con la Francia anche per l’inserimento dell’avvocato nella sua Constitution.

Eppure, nonostante la comunione di intenti, per la difesa della difesa, per i diritti umani e per l’armonizzazione del diritto dell’UE, rimangono profonde differenze tra le due Avvocature, a partire dai numeri: si dice che Roma, da sola, abbia più avvocati di tutta la Francia, e certamente la sproporzione è un fatto, ma è un fatto anche la presenza di 30.500 avvocati a Parigi rispetto ai 67mila di tutta la Francia;  nella capitale, dunque, quasi la metà dell’intero Paese, una sproporzione rispetto all’articolazione italiana nella quale c’è più omogeneità tra le città.

La media europea è di 147 avvocati ogni 100.000 abitanti, la Francia è al di sotto della media, l’Italia molto al di sopra.

Altra differenza sta nell’approccio del cittadino con la legge, con la burocrazia e con l’impianto normativo. La tendenza francese tende sempre più alla conciliazione e al negoziato extragiudiziale; questo favorisce il lavoro degli avvocati in tempi non troppo lunghi, cosa che non può dirsi dei tempi della giustizia italiana, che possono essere esasperanti.

L’armonizzazione europea passa anche da questi incontri, preludio di collaborazioni tra le organizzazioni ordinistiche che possono sostenere un miglioramento concreto del sistema giustizia in tutta l’Unione Europea. In particolare, nell’incontro appena avvenuto si è sottolineata l’importanza dei rapporti sinergici tra Avvocature e Ministeri della Giustizia dei Paesi europei, attraverso la creazione di tavoli di lavoro comuni in sede bilaterale ed europea a cui partecipino le avvocature e i Ministeri della Giustizia dei diversi paesi, congiuntamente.

Rossella Marchese