“Il diritto di sapere” al centro della Giornata Internazionale per l’accesso universale all’informazione – Intervista ad Emilio Contrasto

Emilio Contrasto

Il 28 settembre di ogni anno, a far data dal 2016, l’UNESCO celebra a livello mondiale la Giornata internazionale per l’accesso universale all’informazione, proclamata nell’ottobre 2019 anche dalle Nazioni Unite.

Il tema scelto per il 2021 è “Il diritto di sapere – Ricostruire meglio con l’accesso all’informazione”, di cui si discuterà in moltissimi Paesi affrontando i vari aspetti ad essa legati.

UNISIN Falcri -Silcea-Sinfub ha voluto essere presente a questo dibattito globale con un focus dedicato a cura della testata giornalistica Professione Bancario e del Coordinamento Nazionale UNISIN Donne & Pari Opportunità con articoli e l’intervento di personalità del mondo del giornalismo e della comunicazione, del sociale, del sindacato, delle istituzioni che le nostre lettrici e i nostri lettori potranno seguire in altro articolo dedicato.

Di accesso universale all’informazione parliamo più ampiamente con Emilio Contrasto, Segretario Generale UNISIN Falcri – Silcea – Sinfub.


Una giornata importante che richiede attenzione e riflessione…

Sì, certo. L’informazione e, soprattutto, l’accesso all’informazione, rappresentano un valore e un diritto fondamentale per ogni persona, qualunque sia la sua età, grado di istruzione e formazione, attività lavorativa o professionale, imprenditoriale, estrazione sociale.

Per questo motivo abbiamo ritenuto, come Organizzazione Sindacale, di stimolare sia la riflessione  al nostro interno sia il confronto esterno alla realtà del settore bancario, assicurativo ed esattoriale a cui apparteniamo, con un focus dedicato realizzato a cura della nostra testata giornalistica Professione Bancario e del Coordinamento Nazionale UNISIN Donne & Pari Opportunità con articoli e dichiarazioni da parte di personalità del mondo del sociale, dell’informazione giornalistica e delle istituzioni. A questo proposito mi permetta di rivolgere un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno accettato il nostro invito a partecipare a questo momento di riflessione: Padre Enzo Fortunato, direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi per aver ricordato l’impegno e l’importanza della Carta di Assisi; dott. Giuseppe Giulietti, presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana che evidenziato la rilevanza dei temi legati all’accesso universale all’informazione non solo per quanto riguarda il mondo del giornalismo e della comunicazione e l’Onorevole Cesare Damiano, già Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale e oggi Componente del Consiglio di Amministrazione dell’INAIL, che ha evidenziato l’importanza dell’accesso all’informazione pubblica e istituzionale.

Il tema scelto per l’edizione 2021 è “il diritto di sapere: ricostruire meglio con l’accesso alle informazioni”

Un titolo che ritengo suggestivo e che unisce, a mio avviso, due momenti fondamentali: quello della conoscenza sancendo la fondamentale tutela del “diritto di sapere” e quello della costruzione del nostro futuro, appunto “ricostruire meglio”, anche attraverso un completo e chiaro accesso alle informazioni.

Sarà importante declinare con attenzione tutte le possibilità di sviluppo ed evoluzione del diritto ad accedere a livello universale all’informazione.

Senza informazione, senza accesso alle fonti informative, ma soprattutto senza leggi o con leggi deboli che garantiscano l’accesso a tali strumenti e, conseguentemente, senza la reale possibilità per tutti di accedere alle tecnologie, diventa sempre più complessa la realizzazione di una società più inclusiva e giusta e non si “ricostruiscono” istituzioni forti in grado di garantire uno sviluppo sostenibile.

Inoltre, tutela dei diritti e delle libertà fondamentali, quali la libertà di stampa, di espressione e di manifestazione del pensiero devono costituire un impegno continuo che va attentamente presidiato a tutti i livelli e in tutti i luoghi.

Ovviamente è anche necessario valutare la qualità delle informazioni e dare a tutti gli strumenti per valutarne i contenuti. Troppe informazioni, troppe voci, il proliferare delle cosiddette fake news sono purtroppo sempre più spesso equivalenti all’assenza di informazione.

Per quanto riguarda il mondo del lavoro, l’accesso alle informazioni quanto è rilevante?

È essenziale e rientra fra l’altro nell’ambito del principio di trasparenza. Poter accedere ai dati nell’ambito dei rapporti di lavoro è fondamentale per le Lavoratrici ed i Lavoratori specialmente in caso di contenzioso giudiziario per consentire loro di per poter difendere i propri diritti in giudizio. Il diritto di accesso ai dati conservati dal datore di lavoro rappresenta uno strumento incisivo, previsto e disciplinato dall’art. 15 del GDPR. e sancito, in ipotesi di azioni disciplinari, anche nell’ultimo rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del Settore Credito del dicembre 2019. Anche questo diritto, come gli altri, trova un limite quando l’accesso a tali dati costituisce lesione dei diritti e delle libertà altrui.

Come ritiene possa raggiungersi l’obiettivo 16.10 dello SDG (Sustainable Development Goals – Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile) previsto dall’Agenda 2030 dello Sviluppo Sostenibile?

Per raggiungere questo importantissimo obiettivo che, ricordo, fa parte del più ampio obiettivo 16 che prende il nome di Pace, Giustizia e Istituzioni forti e che consiste specificatamente nel “garantire un pubblico accesso all’informazione e proteggere le libertà fondamentali, in conformità con la legislazione nazionale e con gli accordi internazionali” è necessaria una profonda ed uniforme riforma dei sistemi normativi dei vari Paesi. L’informazione oggi, come detto, è spesso un diritto non alla portata di tutti i cittadini. L’assenza o la sovra informazione colma di cosiddette fake news sono entrambi elementi che contrastano con la libertà di ciascuno di noi, minando alla base la nostra capacità di conoscere, valutare e, quindi, decidere con cognizione di causa.

L’obiettivo è quindi decisamente ambizioso e tutti noi, credo, potremmo restare sorpresi da quanto sia necessario fare, anche nei cosiddetti Paesi liberi o avanzati, per rendere le informazioni chiare, veritiere e veramente alla portata di tutti indipendentemente dall’età, dalle condizioni sociali, dal livello culturale eccetera.

L’Intelligenza Artificiale (IA) può essere utile per garantire l’accessibilità all’informazione?

Su questo tema gli esperti globali faranno il punto sulla situazione per valutarne l’evoluzione e per introdurre le norme necessarie a regolamentarle. Ogni mezzo che può ampliare o rendere accessibile le informazioni può certamente risultare utile ma in nessun caso può o deve essere limitata la capacità di ciascuno di noi di valutare e giudicare in modo autonomo e personale, accedendo a tutte le corrette informazioni disponibili.

Bianca Desideri

Direttore responsabile Professione Bancario