Noi… diversi… Donne e Uomini insieme contro la violenza alle Donne. Uniti in una sfida possibile!

Nel marzo scorso è stato organizzato nella città di Biella un flashmob di uomini per dire no alla violenza contro le donne e successivamente si sono tenute diverse manifestazioni in varie parti d’Italia con lo stesso scopo e sempre su iniziativa di uomini.

Non si è trattato di uomini scesi in piazza per difendere le donne da atti criminali e violenti di singoli, bensì di uomini che vogliono essere attori di un cambiamento culturale e che denunciano modi di intendere le relazioni affettive che non sentono propri e che nascondono il germe della violenza e dell’oppressione nei confronti delle donne.

Forse anche nel nostro Paese ci si sta rendendo conto che gli uomini oltre ad essere i responsabili delle azioni violente contro le donne possono e devono essere parte della soluzione al problema.

Accanto ai centri antiviolenza nati per supportare psicologicamente e praticamente le donne vittime della violenza maschile si stanno infatti diffondendo anche da noi centri di aiuto per uomini cosiddetti maltrattanti (da cui l’acronimo CAM), e associazioni di uomini che in chiave autocritica e propositiva si pongono come scopo la prevenzione del fenomeno divenuto ormai vero e proprio “fatto sociale” (ricordiamo tra le altre Maschile Plurale, Il Cerchio degli Uomini, Uomini in cammino, NoiNo.org).

Sta nascendo quindi intorno a noi un desiderio tutto maschile di emancipazione da modelli e schemi imposti, nella ricerca comune con altri uomini e donne di consapevolezza e libertà.

Tutto ciò non significa ovviamente che i reati non debbano essere puniti e che l’aspetto legislativo e sanzionatorio siano prescindibili. Tuttavia, vero è che l’inasprimento delle pene non sembra aver prodotto l’effetto desiderato. Di qui l’importanza di iniziative che si stanno moltiplicando su gran parte del territorio nazionale e che vedono gli uomini interrogarsi su stereotipi e credenze radicate nella società e su modelli culturali che alimentano comportamenti violenti integrati all’interno della “normale” vita di coppia. Comportamenti che legittimati da luoghi comuni sui rapporti intimi e familiari sono per questo più difficili da riconoscere e identificare.

Tali iniziative spontanee necessitano però di sostegno economico e organizzativo da parte dello Stato perché non rimangano isolate e fini a sé stesse, ma vengano altresì inserite in programmi più ampi che agiscano alla radice della violenza sulle donne, diffondano l’educazione alle differenze, facilitino la mediazione dei conflitti.

Maria Cristina Bartoloni

Coordinamento UNISIN Donne & Pari Opportunità

in collaborazione con Professione Bancario