Vertenza Bnl – I sindacati costituiscono un coordinamento nazionale degli avvocati

BNL

In un comunicato i sindacati FABI – FIRST CISL – FISAC CGIL – UILCA – UNISIN, rendono nota l’intenzione di costituire un coordinamento nazionale di Avvocati per seguire lo sviluppo della vertenza sotto il profilo tecnico  giuridico.

Di seguito il testo del documento sindacale:

“Le organizzazioni sindacali, di fronte ad uno scenario sempre più critico per il futuro di tutte le lavoratrici ed i lavoratori della Bnl, ritengono che la mobilitazione sia l’unica risposta efficace per contrastare l’arroganza aziendale.

Una mobilitazione da declinare su tutti i fronti: con le assemblee, con gli scioperi, con il coinvolgimento e la partecipazione attiva di tutti, ma anche sul piano legale. Una mobilitazione per rafforzarci al tavolo di confronto, dove ancora confidiamo di poter individuare soluzioni diverse e condivise.

Per questo motivo, per la prima volta, le organizzazioni sindacali, unite in un fronte comune, hanno deciso di costituire un coordinamento nazionale degli avvocati che segua gli sviluppi della situazione sotto il profilo tecnico giuridico.

Le eventuali azioni legali che le lavoratrici ed i lavoratori intenderanno intraprendere sono naturalmente individuali – come è noto, in Italia, non esiste per questo genere di contenzioso la possibilità di una class action; ma la strategia che si è intrapresa è quella di nominare un avvocato per ciascuna sigla sindacale, che funga da supporto per quello che riguarda tutti gli aspetti connessi alle procedure di cessioni di ramo d’azienda.

Un coordinamento al quale sottoporremo la documentazione che di volta in volta abbiamo acquisito e che acquisiremo, ma anche per organizzare assieme a tutti i colleghi delle riunioni nelle quali poter dare una risposta ai tanti dubbi ed alle preoccupazioni che ormai albergano nell’animo di tutti, cosa che avverrà anche grazie a informazioni e istruzioni che forniremo a tutte le lavoratrici ed i lavoratori. Risposte sul profilo sindacale, ovviamente, ma quindi anche sul piano giuridico in vista delle possibili azioni legali che si profilano all’orizzonte: esito non voluto ma che, se permane l’atteggiamento di indisponibilità da parte dell’azienda, diviene sempre più plausibile. Atteggiamento che potrebbe aggravarsi poiché l’azienda sta mettendo in atto maldestri tentativi di far sottoscrivere ai colleghi oggetto di cessione accordi individuali con clausole pericolose e un inaccettabile “ricatto” sotto forma di rinuncia a diritti fondamentali come quello di fare ricorso, a fronte della concessione di garanzie di fatto inconsistenti: eventualità in cui invitiamo tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori coinvolti nelle operazioni di cessione a non esitare nel contattare le rappresentanze sindacali aziendali.

Un’ azienda – e con essa anche le altre coinvolte in questa deprecabile situazione – a cui abbiamo risposto unitariamente a livello sindacale. Forse sarà necessario che anche l’azienda dia delle risposte, stavolta non a noi ma ai giudici.

Nei prossimi giorni si svilupperà il confronto sulla procedura di cessione dei 7 rami del back office. È l’ultima occasione: o si trova una soluzione complessiva a tutte le questioni sul tavolo (mobilità geografica e funzionale; carenza di organico; pressioni commerciali; minore presenza sul territorio; ritardo nelle assunzioni concordate; cessione del ramo d’azienda dell’IT; cessione dei rami del Back Office), oppure la lunga stagione di conflitto permanente continuerà in azienda e sarà affiancata da un contenzioso senza precedenti.”