Una donna

In queste ore ci si interroga su chi possa salire al Colle e colmare quel vuoto che lascerà Sergio Mattarella dal prossimo 3 febbraio. Fa eco in queste ore la possibilità, quasi una bisognosa richiesta, che a ricoprire quella poltrona sia una donna. Una donna a caso, ovviamente, non interessa ai più cosa faccia, in cosa creda, quali siano le reali competenze, per lo più si spera che sia soltanto una donna a rimpiazzare quel vuoto.

“Come può diventare una donna, se i parenti la dànno, ignara, debole, incompleta, a un uomo che non la riceve come sua eguale; ne usa come d’un oggetto di proprietà; le dà dei figli coi quali l’abbandona sola, mentr’egli compie i suoi doveri sociali, affinché continui a baloccarsi come nell’infanzia?” prendo in prestito allora le parole di Sibilla Aleramo proprio in Una donna, per rimarcare un concetto chiaro: una donna deve poter esprimere anche e soprattutto al di fuori della famiglia la sua identità e le sue capacità, ma non è la donna a caso che si ergerà a paladina di tutte.

Abbiamo un divario terrificante nel mondo del lavoro che non accenna a restringersi, siamo pagate la metà pur essendo spesso più brave, con la pandemia abbiamo rinunciato a lavorare per accudire figli e genitori anziani, siamo oberate di lavoro non retribuito e non condiviso dal partner, siamo vittime di violenze e molestie anche e soprattutto nei luoghi di lavoro. E ci preoccupiamo che salga una donna qualunque al Quirinale per accontentare la coscienza? Il nostro problema sta tutto qui, la parità e l’eguaglianza partono da qui. Se fossimo davvero tutti uguali, se ci fosse parità di diritti, non staremmo qui a porci il problema di una donna, mai salita al Colle peraltro, perché in una società all’avanguardia in fatto di diritti, uno vale l’altra. Tutti avremmo le stesse opportunità, ma non per il fatto stesso di essere uomo, tanto meno dell’essere donna. E pensare che i Padri Costituenti lo avevano messo già nero su bianco nel 1947 all’articolo 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”.

Milena Di Fina