Il bullismo politico

È successo davvero nel 2022 e, di nuovo, protagonista è la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. Di nuovo è stata umiliata come donna, come alta carica non riconosciuta e annientata da un uomo che non accetta tale supremazia. Scrivo con rabbia e disgusto mentre penso come avrebbero potuto reagire i presenti davanti a un gesto così vile, così maleducato, così arrogante da parte di un uomo, per di più ministro, quindi un rappresentante del suo Stato.

La von der Leyen non è nuova a queste forme di bullismo, ahimè, manifestata ora come un saluto negato, qualche mese fa attraverso una poltrona assente. Lo ricordiamo brevemente, il 7 aprile dello scorso anno la Presidente della Commissione europea assieme al Presidente del Consiglio europeo vengono ricevuti da Erdogan. Peccato che il padrone di casa faccia accomodare in poltrona soltanto il secondo ospite, la von der Leyen dopo attimi di esitazione e imbarazzo trova posto nel divano, ben distante dagli altri due. Uno sgarbo istituzionale come pochi, una violazione di protocolli diplomatici, il patriarcato che esce allo scoperto in maniera così spregevole. D’altronde non bisogna stupirsi, poco tempo prima lo stesso aveva deciso di uscire dalla Convenzione di Istambul, la convenzione contro le violenze di genere e la repressione della violenza domestica, un trattato che ha ratificato e strutturato il femminicidio inquadrandolo come una violazione dei diritti umani. Ebbene Erdogan prometteva di ridare in questo modo, dignità alla donna nel solo ruolo che le possa essere riconosciuto, quello di moglie e mamma.

Il ministro degli esteri ugandese, Odongo, passando senza salutare davanti a una donna e a un alto funzionario europeo, non ha fatto altro che rimarcare il preoccupante divario culturale che nel suo paese deve essere ancora colmato. Ricordiamo che in Uganda la violenza sulle donne, inclusa la violenza domestica, è largamente diffusa, le milizie delle varie correnti politiche presenti si sono rese colpevoli di numerosi episodi di stupro, reato concretamente non perseguibile. L’omosessualità è considerata reato e le persone LGBT sono gravemente discriminate e perseguitate in tutto il paese. Quindi si, sebbene mi sia indignata davanti a un gesto così inenarrabile nel nostro tempo, fa più male pensare che un popolo intero viva ancora in balia di diritti umani fondamentali sistematicamente violati.

Milena Di Fina

Coordinamento UNISIN Donne & Pari Opportunità