Giornata internazionale della parità salariale

La celebrazione di oggi, 18 settembre, intende promuovere un’adeguata sensibilizzazione in merito agli sforzi che restano da compiere per raggiungere l’obiettivo della parità salariale tra uomini e donne nel mondo. Nell’era della digitalizzazione e delle avanguardie, siamo ancora qui a parlare e a chiedere impegno per ottenere la parità salariale. “Le donne devono fare qualunque cosa due volte meglio degli uomini per venire giudicate brave la metà. Per fortuna non è difficile.”.  Tuonava così Charlotte Whitton, sindaca di Ottawa negli Anni ‘60, una donna sulla quale si saranno inevitabilmente abbattuti degli ostacoli di genere all’avanzamento di carriera, noti agli addetti ai lavori con la metafora del soffitto di cristallo, ovvero tutte quelle barriere culturali e sociali che si frappongono alla parità dei diritti e alla possibilità per le donne di fare carriera nel lavoro.

La Legge sulla parità salariale è datata 5 novembre 2021, comporta una serie di modifiche e integrazioni al Codice sulle Pari Opportunità, con particolare riferimento all’ambito lavorativo. Per il solo 2022 sono stati finanziati 50 milioni di euro per cercare di ridurre le differenze di retribuzione tra uomo e donna, attraverso una serie d’interventi di sensibilizzazione e sgravi contributivi per le aziende, volti ad abbassare il cosiddetto gender pay gap. Si tratta del divario retributivo che da noi ha proporzioni imbarazzanti: le statistiche dicono che le donne sono più studiose degli uomini, ottengono voti più alti, eppure a 5 anni dalla laurea guadagnano il 21% in meno.

La questione del gender pay gap e il dislivello che si genera attorno al lavoro uomo/donna si articola su due punti fondamentali: mancano strutture adeguate che aiutino a conciliare i tempi di vita e lavoro delle famiglie (asili nido e case di riposo) e che consentano alle donne di non dover perdere il lavoro o una parte di esso. L’altro tema è quello culturale su cui dovremmo lavorare seriamente e quotidianamente, come ci ricorda per l’appunto la giornata odierna: il 51% degli Italiani pensa che le donne debbano stare a casa a crescere figli e occuparsi della famiglia.

Il Coordinamento Donne e Pari Opportunità di UNISIN si fa da sempre portavoce e promotore di politiche volte ad arginare ogni divario possibile nei vari ambiti, a maggior ragione in quello lavorativo. UNISIN è da sempre attenta a combattere ogni tipo di disuguaglianza salariale, al punto che negli ultimi anni assieme alle altre Organizzazioni Sindacali, ha portato avanti una dura battaglia nel settore bancario per ripristinare la corretta retribuzione dei neo-assunti con contratti a tempo indeterminato. UNISIN fa proprie le parole dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, a proposito della parità di genere in questo ambito: “la lotta alla discriminazione è parte essenziale della promozione del lavoro dignitoso”. La Giornata Internazionale per la parità salariale ci sproni a “migliorare l’accesso delle donne a posti di lavoro dignitosi, per promuovere uno sviluppo sostenibile e inclusivo.”

Milena Di Fina

Coordinamento Nazionale Donne e Pari Opportunità