Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza

L’11 febbraio è la “Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza”, istituita nel 2015 dall’ONU. Quello che la Comunità Internazionale celebra o meglio auspica riguarda una maggiore partecipazione da parte delle donne e delle ragazze nella ricerca scientifica senza alcuna discriminazione di genere. Mettere in risalto il lavoro e le competenze spesso sottovalutate delle donne nella scienza non soltanto in Italia ma in tutto il mondo.

È importante parlarne ogni anno, sempre e ogni giorno, e c’è voluta l’istituzione di una Giornata Internazionale, poiché vi sono evidenti gap uomo/donna ravvisabili in ambito lavorativo e necessariamente familiare. Ci siamo occupati da poco di questo tema, riportando delle ricerche emerse in Banca d’Italia in base alle quali le differenze di genere partono dagli studi, specie universitari, per trovare conclusione in ogni altro ambito. La nota che dovrebbe far riflettere è l’alta percentuale di laureate che non corrisponde poi ad altrettante occupate e soprattutto occupate nel lungo periodo. Le donne scelgono poi per la maggior parte materie non scientifiche a causa di vari fattori, tra gli altri quelli sociali e legati a retaggi culturali del passato. Ed eccoci dunque arrivati al nocciolo e all’importanza di aver istituito una Giornata Internazionale da parte dell’ONU: ancora negli anni della modernità più assoluta, le donne si auto-relegano a ruoli secondari e comunque sempre meno remunerati di quegli degli uomini.

Se le donne iniziano ad avere un accesso paritario alla scienza, promuovendo l’uguaglianza di genere si rimuovono stereotipi e pregiudizi che ostacolano la carriera lavorativa delle donne. Da uno studio di Save the Children solo 1 ragazza su 8 pensa di diventare ingegnere o comunque prendere una laurea in materie scientifiche, a fronte di un rapporto ben diverso di 1 a 4 per i ragazzi. Questo gap ha origine dai primi anni scolastici per culminare alle superiori, dove troviamo una netta superiorità di maschi diplomati in istituti scientifici rispetto alle ragazze. Il preoccupante divario sale poi nelle lauree in materie scientifiche: solo il 16,5% delle giovani tra i 25 e i 34 anni si laureano in facoltà scientifico-tecnologiche, a fronte di un37% per gli uomini. Eliminare definitivamente invero questo divario non è soltanto una questione di equità e modernità, ma favorirebbe la crescita economica, aumentando la forza lavoro e la produttività. UNISIN lo ha scritto più volte e in più contesti, e non è da sottovalutare la correlazione con il gender pay gap.

UNISIN/CONFSAL è da sempre attenta a tutto ciò che concerne il divario uomo/donna e, facendosi portavoce in tal senso, mette in campo azioni e politiche di contrasto anche attraverso la divulgazione, un ruolo questo che diventa indispensabile per portare maggiore equità nella nostra società in genere e nel nostro settore in particolare.

Milena Di Fina

Coordinamento Nazionale UNISIN Donne & Pari Opportunità