Capaci, 32 anni fa. Ore 17:57:48, 23 maggio, sull’autostrada A29 all’altezza di Capaci transitano tre Fiat Croma blindate con a bordo il magistrato Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta.
E’ un attimo e si conclude la storia di un magistrato che ha combattuto nel nostro Paese contro la mafia e per la legalità. Un attentato di stampo terroristico-mafioso chiude la storia terrena di Giovanni Falcone. Insieme a lui perdono la vita la moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Rimangono ferite 23 persone tra le quali gli agenti Paolo Capuzza, Angelo Corbo, Gaspare Cervello e l’autista giudiziario Giuseppe Costanza.
Molti palermitani appresa la notizia raggiungono la casa del magistrato e il ficus magnolia, l’albero sempreverde che si trova davanti alla casa di Falcone diventa il simbolo di rivolta e riscatto, e viene da tutti conosciuto come “l’albero di Falcone”.
Oggi numerosi cittadini, scolaresche, autorità e ministri saranno presenti a Palermo per la “Giornata della legalità” in ricordo di tutte le vittime delle mafie per ricordare l’importanza della lotta contro tutte le mafie e le illegalità.
A Palazzo Jung sarà inaugurato il “Museo del presente e della memoria della lotta alle mafie”, voluto dalla Fondazione Falcone, presieduta dalla sorella del magistrato, Maria Falcone. Nell’ora della strage sarà osservato un minuto di silenzio là dove si trova “l’albero Falcone”.
57 giorni dopo, il 19 luglio, un altro magistrato, Paolo Borsellino, amico e collega di Giovanni Falcone, resterà vittima di un altro attentato insieme agli uomini della sua scorta in via D’Amelio a Palermo.
Due uomini, due magistrati impegnati nella lotta contro la mafia, due amici accomunati nel lavoro, nella vita e nella tragica morte. Questi episodi della nostra storia sono impressi nella mente e il ricordo di Falcone, Borsellino e tutti coloro che hanno perso la vita per il nostro Paese in nome della Giustizia è continuo e indelebile.
Resta un forte emblema della memoria di quel drammatico 23 maggio la Quarto Savona 15, la Fiat Croma di scorta di Falcone, ridotta a un cumulo di lamiere e che, contenuta in una teca, ha girato l’Italia quale forte e indimenticabile testimonianza visiva di quella strage. I resti di quell’automobile di servizio continuano a trasmettere forti sensazioni così come le parole e le voci delle testimonianze di quei giorni che sembrano così lontani dai nostri giorni eppure sono vicini a noi.
Bianca Desideri
Direttore responsabile Professione Bancario