Riceviamo e pubblichiamo dalla Segreteria Nazionale di Unisin alcune considerazioni sulla relazione Covip 2023
Un quadro approfondito della previdenza complementare nel nostro Paese con alcuni importanti spunti di riflessione su possibili interventi normativi che potrebbero agevolarne una maggiore diffusione
La Presidente f.f. della COVIP, dott.ssa Francesca Balzani, ha illustrato il 19 giugno 2024 a Roma presso la Camera dei Deputati, la Relazione Annuale sull’attività svolta dall’Autorità nel 2023.
Oltre ad esporre lo stato dei settori vigilati (fondi pensione e casse di previdenza) – le cui risorse, alla fine del 2023, erano complessivamente pari a circa 338 miliardi di euro – la Presidente si è soffermata sulle prospettive evolutive.
Dalle Considerazioni del Presidente sono emersi alcuni utili spunti di riflessione per eventuali modifiche che potrebbero essere apportate alla normativa del settore, con lo scopo di agevolare in misura consistente un ulteriore sviluppo della previdenza complementare nel nostro Paese. Una manutenzione evolutiva della normativa, che potrebbe accrescere l’attrattività e l’efficienza del sistema.
Tra gli altri aspetti trattati ne ricordiamo alcuni:
Benefici fiscali
Oggi sostanzialmente espressi in termini di deducibilità dei contributi fino a 5.164,57 euro annuali, potrebbero trasformarsi in una contribuzione d’ingresso soprattutto per i giovani attraverso una ridefinizione dei limiti di deducibilità, concedendo la possibilità di recuperare in anni successivi gli spazi di deducibilità non goduti nell’anno di riferimento.
Sempre sull’aspetto fiscale, la Presidente auspica un passaggio del sistema di tassazione dei rendimenti conseguiti dai fondi pensione: dal risultato maturato al risultato realizzato, in linea con quanto previsto dalla delega fiscale contenuta nella Legge 111/2023.
Prestazioni
Occorre ampliare la gamma di prestazioni, in modo da rendere la fase di uscita più confacente alle esigenze e alle preferenze degli individui.
Oggi, infatti, la normativa privilegia la corresponsione della prestazione complementare in forma di rendita vitalizia nonostante, invece, le persone manifestino una preferenza a ricevere le somme accumulate in capitale. L’obbligo di percepire nella forma di rendita
vitalizia (spesso a condizioni che rendono tali prodotti scarsamente appetibili) almeno il 50 per cento della posizione individuale accumulata non incentiva l’accantonamento del risparmio nella previdenza complementare.
Si potrebbero viceversa ipotizzare diverse soluzioni alternative alla rendita vitalizia, quali ad esempio:
▪ facoltà dell’iscritto di optare per il mantenimento del montante accumulato con possibilità di effettuare prelievi parziali (con importo fisso o entro un limite annuale);
▪ rendita temporanea commisurata alla vita residua attesa, erogata direttamente dal fondo.
In questi casi il capitale non ancora riscosso rimarrebbe a disposizione degli aventi diritto e al contempo il capitale residuo continuerebbe ad essere gestito dal fondo, contribuendo in questo modo a rendere più appetibile la partecipazione alla previdenza complementare (vedi sotto).
Partecipazione
Occorre rivedere le modalità attraverso le quali le scelte di partecipazione alla previdenza complementare delle persone vengono suggerite e guidate, al fine di realizzare la migliore allocazione del risparmio previdenziale.
Al riguardo, dalla relazione emergono alcune perplessità sulla scelta fatta nel 2005, che ha individuato la così detta linea di “default” per il conferimento del TFR da parte dei lavoratori silenti in una linea assistita da una garanzia comparabile al tasso di rivalutazione del TFR (c.d. linea garantita, caratterizzata da una componente azionaria quasi nulla). In questi anni questa tipologia di comparto ha registrato rendimenti insoddisfacenti rispetto alla rivalutazione del TFR, con perdite di opportunità, in termini di redditività prospettica, proprio per i giovani, la cui adesione si vorrebbe incentivare.