“Nella vecchiaia non abbandonarmi”…
“Un messaggio che porta con sé una forte ventata di speranza”.
Da “over” mi sono domandata prima di iniziare a scrivere cos’è per gli esseri umani la vecchiaia e quando noi iniziamo ad “essere vecchi”… e nel quotidiano questo momento della vita come viene vissuto… E’ possibile viverlo al meglio?
Per la Giornata mondiale si usano le espressioni nonni e anziani, le quali non obbligatoriamente coincidono, ma entrambe fanno comunque parte di una generazione differente da quella dei figli, dei nipoti e nel mondo del lavoro degli “attivi”.
Se si pensa agli scenari coinvolti, la famiglia è la prima che si considera, anche se sono rilevabili dinamiche ambivalenti; rimane una delle istituzioni a sostegno degli anziani nonostante una società sempre più individualista che può mettere a rischio gli equilibri. In alcune realtà gli anziani sono considerati una risorsa preziosa, che se valorizzata potrebbe essere un supporto intergenerazionale, in altri contesti soprattutto quelli più urbanizzati e con forte emigrazione giovanile, l’approccio è completamente diverso e si rileva solitudine e isolamento.
La solitudine è un tema ricorrente e preoccupante, poiché al distacco generazionale crescente, si affianca la perdita di conoscenti e familiari, limitazioni fisiche. E’ fondamentale che gli anziani siano coinvolti in iniziative che favoriscano l’inclusione sociale e la partecipazione attiva alla vita comunitaria, per garantire che si sentano valorizzati, amati o almeno… meno soli.
La pandemia, l’elevata mortalità soprattutto nelle case di riposo, il distanziamento sociale, hanno sicuramente sollevato seri interrogativi sull’adeguatezza dei supporti e dell’assistenza attualmente disponibili.
Nei Paesi più sviluppati gli anziani vengono purtroppo percepiti come peso economico e sociale, accentuato da una crescente competizione per le risorse e un sistema sanitario sotto pressione; purtroppo sono gli interessi materiali ed economici e non solidaristici a fare da motore.
Anche nel mondo del lavoro il rischio di fratture generazionali è ovviamente particolarmente sentito, in parte derivante dall’innalzamento dell’età pensionabile che potrebbe essere vista come preclusione alle opportunità di lavoro per i giovani.
UNISIN/CONFSAL, insieme alle altre OO.SS del Settore del credito nel confronto con le Aziende, si è da anni impegnata sia a livello nazionale nel CCNL sia a livello delle singole aziende, per costruire le migliori opportunità; alcune utilizzando le norme previste dalla legislazione vigente, altre invece sono frutto di accordi specifici. Un esempio non esaustivo è “il fondo per la promozione della buona e stabile occupazione e per il sostegno dei livelli occupazionali e della mobilità, inserito nel CCNL del credito” con tutte le sue declinazioni.
Nel settore sono stati poi previsti istituiti di welfare a tutela anche dei pensionati – i bancari anziani – quali i dopolavoro con tutte le loro opportunità, ma soprattutto i Fondi sanitari, che con convenzioni e rimborsi, possono essere di supporto sia per le prestazioni sanitarie che di carattere economico.
A tutela di particolari criticità nella vita dei dipendenti bancari sia attivi che pensionati è anche la Long term care, assicurazione che consente di coprire in parte i costi derivanti dall’impossibilità di compiere le normali attività della vita quotidiana.
Esempi tutti dell’attenzione e dell’impegno che UNISIN/CONFSAL e le altre Organizzazioni del Settore hanno profuso nel tempo anche a beneficio di chi ha lasciato l’attività, ma fa sempre parte di “una grande famiglia”.
Daniela Foschetti
Coordinamento UNISIN Donne & Pari Opportunità