La grande corsa all’oro. Ognuno con i suoi soldi fa quello che vuole

Per i dipendenti bancari, secondo la Policy aziendale, è assolutamente vietato trattare Criptovalute. Pertanto, niente grande illusione. Pena: il licenziamento! I bancari non sono illusi ma al contrario si trovano a dover disilludere i clienti cercando di frenarli nell’eseguire operazioni imprudenti, scoraggiandoli ad effettuare bonifici verso Paesi a rischio riciclaggio o verso strane carte prepagate con IBAN, per esempio, lituani o bulgari. Lo Schema Ponzi è sempre in agguato, accessibile soprattutto per chi ha poca disponibilità e che cerca guadagni facili. Sentirsi dire che ci sono degli amici che hanno accrediti di interessi ricorrenti sulle carte prepagate non è inusuale. Convincerli che è pericoloso, e spesso falso, è difficile.

Gli aspetti tecnici di come funzionano le criptovalute sono ostici anche per la popolazione bancaria. Ci vuole una buona capacità di astrazione e un parlato semplice che sembra lontano dall’operativo quotidiano ma non lo è. I bancari a volte pensano di non avere conoscenze in tema di gestione dei dati, in realtà basta focalizzare le diverse procedure che vengono utilizzate quotidianamente per diventare consapevoli di cosa si stia parlando.

Normalmente le piattaforme utilizzano dati memorizzati su data base a chiavi. Tutti sanno che per cercare una persona la chiave per eccellenza è il codice fiscale (chiave univoca) ma, spesso, non avendolo a disposizione, si scrive per esteso un nominativo (ricerca a stringa) oppure un indirizzo o un comune, ecc. La ricerca utilizza i data base relazionali: si inserisce una chiave che mette in relazione i vari serbatoi che, chiamati all’appello, espongono i loro contenuti. Esistono poi i data base gerarchici. Alcune procedure utilizzano chiavi di accesso che hanno come sottostanti una piramide di ulteriori archivi, tutti dipendenti dalla chiave iniziale. Oppure ci sono ancora pochi e obsoleti file sequenziali, per intenderci quelli che vengono elaborati a chiusura delle procedure e che per gli aggiornamenti hanno bisogno della notte. I dati possono essere inseriti, variati, visualizzati e cancellati. Vulnerabili dal punto di vista della sicurezza, si trovano su procedure che girano su vecchie piattaforme che hanno la caratteristica di essere stabili perché difficilmente il sistema “cade”, a differenza degli applicativi web che sono graficamente accattivanti, intuitivi ma spesso “instabili”.

Nate nel 2008 ad opera di uno pseudonimo Satoshi Nakamoto, le Criptovalute, invece, non rientrano in queste gestioni dati ormai dell’altro secolo (e millennio). I dati delle Criptovalute sono gestiti con un sistema di catena di blocchi ovvero a tecnologia blockchain. Spiegare come funziona non è il nostro obiettivo né nelle nostre competenze ma un’idea minima (e approssimativa) è funzionale alla focalizzazione sul grande tema delle Criptovalute.

Immaginiamo un libro mastro digitale, simile a un registro contabile condiviso tra moltissimi computer indipendenti nel mondo. Ogni volta che avviene una transazione 03in criptovalute viene registrata una pagina (blocco) e collegata alla pagina precedente. Questa catena di blocchi è crittografata crea una sequenza immutabile. Quindi, il dato è al sicuro e le informazioni intermedie della catena non possono essere eliminate. È cedibile, verificabile e non ci sono amministratori. La blockchain è gestita dalla comunità. Pochissimi i punti deboli se non imputabili ad attacchi sulle reti più piccole. Uno dei pericoli è semplicemente che, se il proprietario smarrisce l’userid o a password la catena di proprietà si perde e nessuno può recuperarla, bloccando per sempre i fondi nell’oblio del web o, peggio ancora, nel Darkweb. Ci perdoneranno gli informatici per le semplicistiche spiegazioni. La tecnologia blockchain non è da demonizzare, tutt’altro, si ritiene che in futuro troverà grandi spazi di utilizzo, la WEB3, ovvero la terza generazione del web di nostra conoscenza, che però deve essere ancora normata.

Le criptovalute sono create digitalmente e, in termini reali come li intendiamo noi, non esiste un sottostante. In un simile quadro è possibile che i patrimoni che vi confluiscono possano rivenire da illeciti relativi all’antiriciclaggio. Inoltre, la sequestrabilità è attiva ma in fase di approfondimento e regolamentazione a livello nazionale e internazionale. Per esempio, a giugno del 2024, a Firenze, la Guardia di Finanza ha eseguito un sequestro di criptovalute che, a gennaio del 2025, è stato annullato da una sentenza della Corte di Cassazione partendo dal principio che le criptovalute non hanno un corso legale.

Non si possono ignorare i milioni di persone al mondo che si stanno rivolgendo alle criptovalute. Uno degli aspetti da non sottovalutare, che fa indirizzare molte persone alle criptovalute è che, il loro mercato, essendo indipendente dal sistema bancario tradizionale, permette l’inclusione finanziaria per chi non è bancarizzato, sfugge alle grandi manovre degli istituti di credito (come blocchi massivi dei conti per impedire l’utilizzo dei fondi verso cause politiche o umanitarie) e consente un’economia non sottostante all’ingessato universo bancario.

Non da meno, un bel seguito, è dato dai “drogati” della “Scommessa” monetaria ossia il gioco d’azzardo. Questa dipendenza è ben conosciuta dai bancari e non è una sorpresa in quanto sanno quant’è rilevante il numero dei clienti giocatori e di quanto dilapidino nel gioco d’azzardo, anche legalizzato.

Le informazioni sulle criptovalute reperibili sul web danno perfettamente l’idea di quanto complicata e difficoltosa sia la comprensione della gestione di questo nuovo mondo che viaggia parallelo ai mercati finanziari che, al contrario, sono ormai testati su storiche normative, ben digerite e gestite dai vari livelli di investitori. E, per quanto ovvio, nella confusione la scaltrezza la fa da padrona.

Del resto, con i propri soldi ognuno fa quello che vuole. Ma l’aspetto tecnico va’ però messo bene in luce perché non è una libera scelta di tutti. C’è un altro aspetto importante: chi gestisce tutto questo? Ossia: le persone che hanno progettato e portano avanti questo sistema, i fautori e i proprietari chi sono?

Valeria Restante

Redazione Professione Bancario