Unicredit: accordo sugli esuberi – ora il rilancio rispettando l’italianità

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Unisin contraria al nuovo piano d'impresa di Unicredit

Si è conclusa dopo diverse settimane la trattativa sugli esuberi del Gruppo UniCredit “Per l’ennesima volta – dichiara il segretario nazionale di Unisin Roberto Vitantonio – le Organizzazioni Sindacali del settore con grandissimo senso di responsabilità ed in un clima di palpabile preoccupazione per le notizie di stampa che nel frattempo si susseguivano, sono riuscite ad arginare le ricadute sui lavoratori del  pesantissimo piano industriale varato da UniCredit che tra aumento di capitale cessioni e perdita di esercizio 2016 (dovuta alle svalutazioni) ammonta ad oltre 30 miliardi di euro. E’ importante e mai scontato – aggiunge il Segretario Nazionale Unisin Vitantonio- che la gestione dei 3900 esuberi avverrà, attraverso l’adesione al piano esodi, unicamente su base volontaria (oltre al fatto che vi sarà nuova occupazione quantificabile in 1300 nuovi assunti); il premio di produzione di 800 euro sarà destinato interamente a welfare, la definizione di un accordo sugli inquadramenti per le figure professionali che pone fine a quelle croniche carenze che hanno penalizzato tutti i lavoratori specialmente i più giovani”.
Quanto ottenuto, dopo giorni di serrati e difficili confronti –continua Vitantonio- è frutto di un buon lavoro che contrasta con la sciagurata gestione del Gruppo che negli anni ha creato incertezze tra gli investitori e deficit patrimoniali incenerendo miliardi di euro di capitale senza che si sia mai giunti ad una soluzione radicale dei problemi ed alla individuazione delle effettive cause e responsabilità. Non era possibile –ed Unisin in questo è stata categorica- far gravare questa situazione sui lavoratori che in tutti questi anni con fierezza ed abnegazione hanno continuato ad operare – ognuno nel proprio ruolo – con professionalità e serietà”. Ci auguriamo -conclude Vitantonio- che questo accordo sia finalmente propedeutico ad un improcrastinabile e serio rilancio del gruppo e che ne preservi l’italianità”.