Ancora disvelamenti nella storia di Jack lo squartatore

All’alba di venerdì 31 agosto 1888, a Whitechapel, Londra, una donna viene trucidata. Era una prostituta di 41 anni. Con questa morte ha inizio un periodo di terrore in tutta la città, quello di Jack the Ripper, ovvero Jack lo squartatore. Per molto tempo, voci mai confermate attribuirono i delitti al duca di Clarence, nipote della regina Vittoria, che venne ad un certo punto internato in manicomio; ipotesi fascinosa e col sapore dell’intrigo di corte che ha ispirato film e romanzi, ma, francamente, poco credibile.

Eppure, nonostante i più svariati studi ed elucubrazioni, a tutt’oggi Jack non ha ancora un nome, o forse no…

Recentissima è la teoria che vorrebbe, finalmente, svelata l’identità del serial killer più famoso della storia. A 129 anni di distanza da quegli efferati crimini, una grossa quantità di indizi oggettivi e concordanti condurrebbero alla figura di James Maybrick, un commerciante di cotone di Liverpool, già annoverato fra i maggiori indiziati all’epoca: era un tossicomane, dipendente da arsenico e stricnina, appassionatamente innamorato della moglie Florence, fedifraga impenitente; non potendo vendicarsi a pieno sulla consorte, che pure picchiava brutalmente, scaricò la sua furia omicida sulle prostitute di Whitechapel, il malfamato sobborgo di Londra. Questa sarebbe la tesi sostenuta da Paul H. Feldman, documentarista della BBC, nel suo volume The Final Chapter, mai giunto in Italia, che descrive la laboriosa indagine compiuta sul presunto diario di Jacky, vecchio documento di fine Ottocento.

Ma le speculazioni sono infinite, due anni fa addirittura una prova del DNA (condotta su uno scialle che si crede essere appartenuto a una delle vittime del killer, Catherine Eddowes) svelò, di nuovo, l’identità del terrificante killer dell’Inghilterra vittoriana: un immigrato polacco di nome Aaaron Kominski, barbiere di 23 anni. Tuttavia, anche la colpevolezza di Kominski non venne mai accertata; il presunto killer morì impunito, nel 1899, in un manicomio dopo aver contratto la cancrena a una gamba.

Ma tra le ipotesi più avvincenti c’è sicuramente quella della scrittrice Patricia Cornwell che ha identificato l’assassino nel pittore inglese Walter Richard Sickert, morto nel 1942. Per procurarsi le prove la scrittrice ha speso circa 6 milioni di dollari per acquistare 32 dipinti di Sickert e per pagare gli esami grafologici e genetici sulle lettere ritenute autentiche spedite da Jacky a Scotland Yard; ma basterebbe dare uno sguardo alla serie di dipinti intitolati “Camden Town murder” dedicati, appunto, agli omicidi di Jack lo squartatore, per realizzare, secondo la Cornwell, che Sickert ebbe un ruolo nella orrorifica vicenda.

Nel frattempo e oltre ogni teoria,  tutte le domeniche, alle 19.30 in punto, viene ancora organizzato un giro turistico nell’East End londinese, per visitare i luoghi del delitto; è, dunque, così importante scoprire la vera identità di Jack?

Rossella Marchese