Mps: preoccupa l’alto numero di uscite e la chiusura di sportelli

Banca Monte Dei Paschi di Siena

Ieri,  l’Amministratore Delegato della Banca Monte dei Paschi di Siena, Marco Morelli, ha illustrato per grandi linee ai vertici delle OO. SS. il nuovo piano industriale di MPS, valido per il periodo 2017/21, che ieri ha anche avuto il disco verde da parte della BCE.
Relativamente al lato costi, sono previste circa 6.000 uscite da gestire per 4.800 Risorse attraverso il fondo di sostegno al reddito di settore con adesione da parte dei Lavoratori su base volontaria, per 750 Risorse attraverso natural attrition (uscite c.d. “naturali”) e, infine, per circa ulteriori 450 Risorse attraverso la cessione di alcune attività estere del MPS. Sono altresì programmate circa 500 nuove entrate di Personale in corso di piano. Sempre nel quinquennio di durata del nuovo piano industriale saranno chiusi circa 600 sportelli che porteranno a circa 1.400 il numero di filiali MPS sul territorio nazionale.
Si ricorda che il piano prevede una ricapitalizzazione di 3,9 mld a carico del MEF e la cessione di NPL (non performing loans) per almeno 26 mld.
Il Segretario Generale di UNISIN, Emilio Contrasto, esprime “apprezzamento per la conferma, da parte dei vertici MPS, di procedere alla riduzione degli organici usando esclusivamente gli strumenti previsti dagli accordi sottoscritti con le Rappresentanze dei Lavoratori e attraverso il fondo di settore con adesione su base volontaria”.
“Importante – prosegue Contrasto – è stata infatti la dichiarazione del CEO che ha subito escluso ogni forma di licenziamento e esternalizzazione, nonostante le forti pressioni in tal senso da più tempo poste in essere dalle autorità europee”.
“Ciò nonostante – aggiunge il Segretario Generale di UNISIN –desta grandis sima preoccupazione l’alto numero di uscite e di chiusura sportelli previsto dal piano che, ad avviso della nostra Organizzazione, potrebbe compromettere la capacità dello stesso MPS di poter avviarsi, in modo concreto, verso la ripresa che i Lavoratori tutti del Gruppo da tempo auspicano”.
Il piano industriale è certamente estremamente sfidante e deve portare, finalmente, al rilancio della più antica Banca del mondo. E’ però necessario – conclude Contrasto – che gli interventi previsti non deprimano ulteriormente la capacità del Monte di poter essere fattivamente sul mercato, di supportare la propria clientela e di poter effettivamente riprendere quel ruolo centrale all’interno del Settore, ruolo che le precedenti scellerate gestioni hanno fortemente compromesso”.