Le nuove regole BCE sulle NPL potrebbero ridurre la capacità del sistema creditizio di finanziare famiglie ed imprese

NPL (non performing loans – partite a sofferenza): le nuove regole metterebbero a rischio il sistema
Le nuove regole proposte dalla BCE sono troppo restrittive e rischierebbero di provocare una nuova stretta creditizia a discapito soprattutto delle famiglie e delle piccole e medie imprese, andando a vanificare la timida ripresa economica con effetti sistemici estremamente negativi” dichiara Emilio Contrasto, segretario generale di Unisin – Unità Sindacale Falcri Silcea Sinfub aderente a Confsal, commentando le linee guida sul trattamento degli NPL messe in consultazione dalla BCE in questi giorni.
Secondo Contrasto “un meccanismo che imporrebbe la copertura totale, con accantonamenti integrali, in sette anni dei crediti deteriorati garantiti ed in soli due anni per quelli non coperti da garanzie, indebolirebbe fortemente e di colpo la capacità del sistema creditizio di finanziare famiglie ed imprese, a maggior ragione se le nuove regole si dovessero applicare anche alle giacenze e non, come sarebbe sempre penalizzante ma più logico, ai nuovi flussi”.
Le conseguenze sarebbero drammatiche, secondo il segretario generale di Unisin in quanto “interi territori soffrirebbero dell’inevitabile chiusura dei rubinetti dell’accesso al credito, molte banche – che pur oggi soddisfanno i parametri di solidità patrimoniali imposti dalla BCE – si troverebbero in netta difficoltà e le prime contromisure consisterebbero in tagli di costi con inevitabili ed inaccettabili ripercussioni sul personale delle banche, oltre che sulla clientela. In sostanza, a pagare sarebbero ancora una volta i più deboli e questo non lo permetteremo”.
Il segretario generale Contrasto non rinuncia a lanciare qualche stoccata, affermando che “siamo lieti di trovarci su questo tema in un fronte comune con il Governo ed i partiti che lo sostengono, con Confindustria e Banca d’Italia, ma è doveroso ricordare che da anni – e ben prima che scoppiassero le crisi di Banca Etruria, Banca Marche, Carichieti, CR Ferrara, BPVi, Veneto Banca, oltre che di Montepaschi e Carige, per citare solo quelle di maggiori dimensioni – Unisin ha denunciato il rischio insisto nella crescita delle sofferenze ed ha invocato sia l’adozione di modelli di gestione sani che di riforme strutturali (si pensi, ad esempio, alle lungaggini dei contenziosi ed alla forte imposizione fiscale). Tutto ciò – conclude Contrasto – dovrà essere rapidamente affrontato e risolto per mettere le banche in condizione di non soffrire dello svantaggio competitivo con i concorrenti di altri Paesi, gap che, oltretutto, sarebbe aggravato dalle nuove norme”.