A Napoli ha inizio la grande mostra internazionale dell’Esercito di Terracotta cinese

Era il 1970 quando nei pressi del Monte Li, nella provincia dello Shaanxi, un contadino scavando un pozzo in cerca di acqua vide spuntare dei cocci dal terreno. Si trattava di uno dei ritrovamenti archeologici più importanti di tutta la Cina: l’esercito di terracotta di 30.

Soldati, acrobati, arcieri, armi e carri con cavalli, circa 6000 statue (portate alla luce fino ad oggi) che giacevano dimenticate sotto terra e raffiguravano l’armata del primo imperatore della Cina, Qin Shi Huang, che egli stesso fece costruire più di due secoli prima di Cristo con l’arduo compito di vegliarlo e proteggerlo nell’aldilà.

Il lavoro compiuto per realizzare un’opera tanto straordinaria fu davvero incredibile e richiese uno sforzo immenso: 85 maestri, il cui nome di ognuno è stato inciso sotto i piedi delle statue, aiutati da oltre 20 assistenti per un totale di oltre 1500 artigiani.

Tutto questo ha ispirato la mostra, allestita all’interno della cornice della Basilica dello Spirito Santo nel centro storico di Napoli, che costituisce uno straordinario viaggio nell’antica Cina di 2000 anni fa. E’ la più completa esposizione mai creata sull’Esercito di Terracotta, la necropoli e la vita del Primo Imperatore che per la prima volta porta fuori dal suo mausoleo, fuori dai confini del Regno di Mezzo, questi capolavori. La mostra presenta più di 300 riproduzioni tra statue, carri, armi e oggetti scoperti nella necropoli. I pezzi sono stati elaborati fin nel più minuzioso dettaglio da artigiani cinesi appartenenti alla regione degli scavi e realizzati con particolare attenzione ai dettagli al fine di mantenere la stessa bellezza e originalità degli originali.

Le statue, le armi, le armature, i carri da guerra, il vasellame e gli oggetti che richiamano alla vita quotidiana dell’antica Cina presenti in mostra, sono stati riprodotti direttamente dagli originali grazie a calchi, ora preziosissimi, che è stato possibile applicare solo una volta. Le sculture sono state rifinite secondo il metodo antico, da artigiani cinesi della regione di Xi’An e la spettacolarità di queste riproduzioni è dovuta al realismo dei magnifici decori.

Fino al 28 febbraio l’esposizione sarà aperta al pubblico: 170 soldati in dimensioni reali, quale imponente scenografia di uno spettacolo di luci e suoni, che presenta in maniera viva una intera sezione della fossa n. 1, una delle 4 suddivisioni dello scavo originale, la più spettacolare e variegata.

Rossella Marchese