“Sembravano appartenere al passato. Invece discriminazioni, autoritarismo, violenza e odio nei confronti delle donne segnano sempre di più il nostro tempo… e fanno regredire la democrazia”.
Così un reportage attualissimo dell’Espresso dal titolo “Rapporto sulla sottomissione” di genere che fotografa perfettamente la situazione che le donne stanno vivendo a livello globale ancora nel nostro tempo.
La rivoluzione culturale degli Anni ‘70-80 non ha inciso abbastanza profondamente nei modelli stereotipati della nostra società per imprimere quel cambiamento profondo necessario per poter battere il sessimo.
Ognuna di noi sa quali sono le difficoltà da affrontare quotidianamente in ogni ambito lavorativo, sociale, culturale e politico per potersi affermare in maniera “normale”.
Ma come può avvenire un tale cambiamento se negli ambiti della discussione politica, sindacale, sociale si continua quasi a negare l’esistenza di una discriminazione di genere così evidente bollandola come una problematica di secondo piano rispetto a situazioni considerate di maggior rilievo.
La scarsissima presenza, ancor oggi, delle donne nei luoghi decisionali e apicali è prassi in tutti gli ambiti e viene considerata “la normalità”. E’ questo lo scoglio da superare oggi: ciò che è stato consuetudine da sempre va sradicato attraverso una rivoluzione culturale profonda.
L’altra metà del cielo ha cominciato a capire che l’unico sistema perché ciò avvenga è l’unione tra donne, lo scambio continuo di esperienze, uscire allo scoperto e urlare a tutti le proprie esperienze negative, denunciare immediatamente situazioni di violenza privata e discriminazioni di ogni tipo: solo creando questo muro si può combattere l’aggressione fisica o verbale continua che le donne affrontano quotidianamente.
La ricorrenza dell’ 8 marzo rappresenta il culmine di questa lotta e purtroppo esiste per continuare a denunciare la discriminazione sessista, la discriminazione più antica mai esistita e mai sconfitta! Quindi quando questa giornata considerata erroneamente una festa non esisterà più potremo finalmente dire che l’uguaglianza di genere è diventata una realtà.
Valeria Ruggiero