In Francia una proposta di legge contro le fake news

Una proposta di legge dagli aspetti controversi, quella che è stata presentata lo scorso marzo da Richard Ferrand, presidente del gruppo parlamentare del movimento di Macròn, la République en marche, ed in questi giorni discussa in aula all’Assemblée nazionale.

L’obiettivo, non certo irrilevante, perseguito da Macròn è quello di rispettare la promessa fatta in campagna elettorale e mettere un freno alla diffusione di informazioni distorte, soprattutto durante i lunghi periodi di elezioni.

Diventa prioritaria per l’esecutivo francese la necessità di proteggere il dibattito politico dalle interferenze dei numerosi siti che creano notizie non vere destinate a muovere gli elettori; alcuni di questi siti sono finanziati o organizzati da paesi stranieri, come Sputnik o Russia Today, nonostante le ferme smentite di Putin, oppure, secondo un preciso timore esternato dallo stesso Macròn, come Breitbart News di Steve Bannon, capo della strategia comunicativa della Casa Bianca.

La proposta di legge impone ai webmaster, nei tre mesi precedenti alle elezioni, di rivelare il nome degli sponsor e la somma versata, dei siti e di qualunque singola informazione venga diffusa e autorizza i giudici a bloccare i siti o a cancellarne i contenuti. Permette pure, al Consiglio superiore dell’audiovisivo di impedire la diffusione di programmi televisivi controllati da uno stato straniero o sotto la sua influenza. Modificata in commissione Affari culturali, la legge ha in parte cambiato bersaglio non parlando più di false informazioni ma di manipolazione delle informazioni; in tal modo si è evitato che la legge potesse colpire notizie false ma diffuse in un contesto chiaramente satirico o umoristico.

A costituire reato, quindi, sarà la diffusione di ogni asserzione o attribuzione di un fatto sprovvista di elementi verificabili tali da renderla verosimile. Tale formulazione, tuttavia, ha suscitato non poche critiche anche nella maggioranza, proprio per la sua incertezza nell’indicare i criteri di verifica della verosimiglianza di un fatto.

C’è da aggiungere, inoltre, che in Francia, dal 1881 si punisce, con un’ammenda piuttosto salata, la diffusione di notizie false, costruite, falsificate o attribuite in modo menzognero ad altri e in mala fede, che siano anche soltanto in grado di turbare l’ordine pubblico.

Rossella Marchese