Non lasciare nessuna donna sola

Dal 1999 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dedicato il 25 novembre alle celebrazioni mondiali per l’eliminazione delle violenza sulle donne.

Una donna su tre (secondo i dati forniti dall’ONU) subisce violenza fisica e psicologica.

L’Assemblea generale dell’ONU, l’Unione Europea e le Nazioni Unite, dallo scorso settembre hanno unito le forze per poter porre fine al femminicidio quale piaga sociale mondiale, con un focus sull’America latina dove il fenomeno raggiunge picchi allucinanti a causa della criminalità organizzata che riveste un ruolo importante nella vittimizzazione delle donne in quella parte di mondo. Per questo motivo è nato, ad esempio, il progetto Spotlight, nel quale sono stati investiti 50 milioni di euro per l’attuazione di programmi globali volti all’eliminazione di tutte le forme di violenza contro le donne: la violenza sessuale e di genere, il traffico di esseri umani e lo sfruttamento economico, la violenza domestica e familiare, la violenza psicologica.

I dati raccolti dalle Nazioni Unite, relativi ad 87 Paesi e per un periodo che va dal 2005 al 2016, sono decisamente allarmanti: il 19% delle donne tra i 15 e i 49 anni ha dichiarato di aver subito violenze fisiche e/o sessuali da parte di un partner o di un uomo ad esse vicino. Ecco quindi che per l’ONU, e per ogni Paese che il 25 novembre porta avanti la sua battaglia in difesa delle vittime, la Giornata contro la violenza sulle donne è anche un monito per raggiungere un traguardo fondamentale nell’ambito dei Diritti Umani: non lasciare nessuna donna sola.

Anche l’Italia ha sposato la causa del 25 novembre a partire dal 2005, e per celebrare il ricordo di tutte le donne vittime di violenza in questo 2018 sono state organizzate diverse manifestazioni. Il Comune di Milano  ha programmato un concerto in piazza con la partecipazione attiva degli studenti di 24 istituti superiori   provenienti da diverse province lombarde, nonché la posa della celebre panchina rossa con targa celebrativa. A Torino, presso Spazio Donne, il 23 novembre, ci sarà l’inaugurazione della mostra Panchine d’artista contro la violenza sulle donne. Un’interessante rassegna intitolata Violate e uno spettacolo teatrale, Voci di donne è in programma nella città di Firenze. La capitale, invece, con la Casa Internazionale della Donna, scende in campo con un concerto dal titolo decisamente evocativo: Orme di rivolta, un viaggio polifonico in cui il canto popolare italiano sosterrà con la bellezza e la forza del canto polifonico, la nobile e giusta causa in favore delle donne violate. A Faenza, il Museo Internazionale delle Ceramiche esporrà una selezione di scarpette rosse, realizzate dai ceramisti faentini. In effetti, all’arancione, colore simbolo della lotta contro la violenza sulle donne, l’Italia ha preferito il rosso; si è andata diffondendo sempre più l’usanza di lasciare in tante piazze delle nostre città, scarpette rosse per sensibilizzare l’opinione pubblica. Non a caso, Los Zapatos rojos, lanciato dall’artista messicana Elina Chauvet attraverso la sua installazione, è diventato ormai uno dei modi più immediati e popolari per denunciare i femminicidi.

Al Sud, a Gravina di Puglia, sono previsti una mostra fotografica ed un incontro a tema, per sensibilizzare l’opinione pubblica, attraverso la narrazione della storia di Giulia Galiotto, barbaramente uccisa dal marito a pietrate nel 2009. Nel beneventano il movimento #AvantiDonne ha organizzato un convegno dal titolo: “La cultura di genere. Prevenzione alle violenze e opportunità di sviluppo”. A Napoli, l’appuntamento è alla Casa della Cultura di Pianura in cui sarà presentato il cortometraggio di James La Motta Abused Child, già apprezzato alla Mostra del Cinema di Venezia e al Festival del Cinema di Roma.

Rossella Marchese