UNISIN: Emilio Contrasto all’IISF per parlare di Europa

Emilio Contrasto (Foto di Enzo Barbieri)

Lunedì 17 giugno alle ore 16.30 presso l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici a Napoli, insieme a numerosi esponenti del mondo accademico e dell’avvocatura, il Segretario Generale di UNISIN interverrà alla presentazione del libro “Nozioni giuridiche fondamentali europee” di Umberto Aleotti, avvocato e docente universitario, componente del Comitato Scientifico della rivista Professione Bancario.

Sarà l’occasione per parlare di Europa, di lavoro, di banche, di finanziamenti e fondi europei, di diritti di cittadinanza, di formazione.

 

In uno dei centri culturali più vivaci d’Italia e d’Europa, l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, parlare di Europa, di Unione Europea per Lei non è una novità…

Certamente no. Infatti, ritorno con piacere nelle sale dell’IISF dove alcuni anni fa ho già partecipato ad un convegno sull’Europa alla cui organizzazione aveva contribuito anche UNISIN e nel corso del quale ho avuto modo di dibattere anche con il fondatore dell’Istituto, il compianto avvocato Gerardo Marotta.

L’occasione attuale è la presentazione di un libro…

Sì e ritengo sia importante cogliere ogni occasione possibile per far conoscere le Istituzioni europee, il loro funzionamento, i diritti e le tutele di cui godono i cittadini dell’Unione europea.

E’ importante essere consapevoli dell’influenza che l’Unione ha sui Paesi e sui cittadini e di quanto complesso sia il funzionamento dei vari organismi, dei vantaggi del vivere insieme, uniti nella diversità.

Si discuterà di tanti temi legati alla vita quotidiana dei cittadini, delle imprese, delle comunità…

Si tratta di un importantissimo momento di confronto per poter ascoltare da più angolature esperti, docenti e giuristi che affronteranno alcuni temi legati ai diritti fondamentali dei cittadini europei e delle imprese, dall’economia, al lavoro, alla politica monetaria europea, alla formazione, alla cultura…

Europa, lavoro e banche, un connubio non facile?

No. Sicuramente parlare di connubio non facile può essere corretto se analizziamo ciò che è accaduto nell’ultimo decennio in Europa dove la crisi economico-finanziaria si è fatta sentire con particolare vigore e ha generato una grande sfiducia nei cittadini e negli imprenditori nei confronti delle Istituzioni europee e in particolare del sistema bancario. Quest’ultimo è stato percepito come non in grado di supportare l’economia reale dei Paesi e dei territori e inidoneo a fornire linfa vitale alle imprese per contenere i contraccolpi della crisi e mantenere occupazione e produzione.

In sostanza, le banche e le Istituzioni finanziarie in generale sono state percepite come più interessate, sostanzialmente, a mantenere i parametri fissati dall’Europa che a incoraggiare l’economia.

Al contrario, in molti casi esse stesse sono state ritenuta causa ed amplificatori di ulteriori effetti negativi legati alla crisi piuttosto che strumenti risolutori e di supporto a territori, famiglie ed imprese.

Diretta conseguenza di ciò è che anche il mercato del lavoro ha subito colpi pesanti. Abbiamo assistito impotenti alla perdita di un numero impressionante di posti di lavoro, alla crescita esponenziale di disoccupati, in particolare giovani e over 50 anche con alta professionalità, e ad un incremento intollerabile della povertà, che ha visto estendersi anche in quella che una volta era considerata la cosiddetta classe media e quindi quella a cui fanno riferimento Lavoratrici e Lavoratori europei.

Ai giovani, addirittura, non sono state fornite opportunità di accesso al mercato del lavoro nonostante l’alta scolarizzazione.

Alla fine, il sistema bancario ha mostrato di essere, per la gran parte, in grado di superare il lungo tunnel buio della crisi lasciando però sul terreno una grande crisi reputazionale da cui non riesce a uscire fuori e che purtroppo ha coinvolto anche le Lavoratrici ed i Lavoratori che vengono ingiustamente correlati ai loro datori di lavoro in accezione negativa.

Quale futuro per l’Europa?

Non è facile dirlo. Da poco i cittadini europei sono stati chiamati a scegliere i loro rappresentanti e quindi solo fra qualche tempo riusciremo a vedere se ci sarà un cambio nella politica UE rispetto a quella portata avanti finora. E’ necessario un cambio di rotta. Un’integrazione effettiva tra tutte le Nazioni e tutti i popoli. Non è pensabile che ancora sia possibile che i vari stati possano essere in concorrenza tra loro per effetto delle diverse normative ancora vigenti. E’ necessario una vera unione di stati e che l’Europa sia soggetto unico rispetto a tutte le varie istanze e al resto del mondo.

Cosa spera quindi per l’Europa futura?

Come detto, mi auguro un’Europa più vicina ai popoli, ai cittadini, ai lavoratori, alle imprese,

Un’Europa più solidale.  Un’Europa in grado di contrastare ed offrirsi come unico partner rispetto alla sempre maggiore influenza del nord America e dei cosiddetti Paesi emergenti.

Bianca Desideri