UNISIN: impegno e professionalità dei bancari vanno coniugati con la loro sicurezza

Emilio Contrasto

Le lavoratrici e i lavoratori del settore bancario sono impegnati in questi terribili momenti caratterizzati dalla pandemia di Covid-19 a garantire i servizi essenziali al Paese e l’operatività delle misure introdotte dal Governo per aiutare l’economia, assistendo imprese e cittadini nella richiesta delle previsioni contenute negli strumenti normativi emanati sinora. Compito certamente non facile, ma che stanno portando avanti, come sempre, con senso del dovere e grande serietà, nonostante i notevoli rischi per la salute personale di contrarre il virus.

Parliamo della situazione con Emilio Contrasto, Segretario Generale di UNISIN.

Una forte partecipazione anche emotiva è richiesta in questo periodo ai lavoratori del settore del credito…

Sì, le banche e di conseguenza e soprattutto le lavoratrici e i lavoratori bancari sono parte indispensabile del processo di sostegno all’economia delle famiglie e delle imprese del nostro Paese così duramente colpito dalla pandemia di Covid-19. Senza l’abnegazione e la partecipazione attiva, perché questo è quello che chi lavora in banca sta mettendo in campo anche in considerazione dei possibili rischi per la propria salute, non sarebbe possibile far procedere molte attività del Paese e sostenere i redditi delle famiglie così duramente colpiti da questa assurda crisi.

Il Sindacato è continuamente impegnato a garantire i lavoratori bancari e sta attuando una serie di azioni per tutelare sia la salute sia i posti di lavoro di una categoria che pur essendo ritenuta “essenziale” per il Paese riceve poca attenzione…

Come ha evidenziato, sin dal primo momento, il Sindacato ha intercettato le problematiche legate alla situazione che stiamo vivendo e le ha evidenziate alla parte datoriale e alle varie Autorità, riuscendo a ottenere importanti tutele innanzitutto per la salvaguardia della salute delle colleghe e dei colleghi del settore, a partire dalle modalità di accesso in banca, alla richiesta di dotazione di tutto il personale dei DPI, all’incremento esponenziale dello smart working, alla sottoscrizione di importanti accordi sulla sicurezza dei lavoratori sia a livello centrale che di singole aziende. Non ultimo, il testo siglato ieri tra le cinque Organizzazioni Sindacali di settore e ABI avente ad oggetto l’accesso alle prestazioni ordinarie del fondo di solidarietà di settore con causale “Covid-19 Nazionale” nell’ambito delle misure introdotte a sostegno del lavoro dal D.L.  n. 18 del 17 marzo 2020.

Cosa prevede questo accordo che, ricordiamo, va a tutelare sia i posti di lavoro che il reddito degli addetti al settore?

L’intesa sottoscritta ieri, per la cui attivazione è richiesto anche uno step tra le rappresentanze sindacali aziendali e le singole aziende e/o gruppi, permetterà di accedere alle prestazioni ordinarie del Fondo di Sostegno al reddito di settore ai sensi dell’art 5, comma 1, lettera a), punto 2), del Decreto Interministeriale n. 83486 del luglio 2014 per tutto il personale in servizio su tutto il territorio italiano.

Con questa misura sarà quindi possibile fare ricorso alla prestazione ordinaria del Fondo di solidarietà di settore, con causale COVID-19 Nazionale. L’accordo, inoltre, prevede che i periodi interessati da tale misura potranno essere ricompresi tra il 23 febbraio ed il 31 agosto 2020, per un massimo di 9 settimane.

Per i lavoratori che saranno interessati da questa misura quali tutele economiche?

L’Accordo nazionale che come Segretari Generali delle cinque Organizzazioni sindacali del credito abbiamo sottoscritto ieri prevede espressamente la “neutralizzazione”degli effetti della sospensione/riduzione dell’attività lavorativa con accesso alle prestazioni ordinarie del Fondo di settore su tutti gli effetti sul rapporto di lavoro.

In sostanza, i colleghi che accederanno a detta prestazione continueranno a percepire l’intera retribuzione imponibile fiscale, usufruiranno della piena contribuzione previdenziale e non avranno alcun pregiudizio rispetto ai vari istituti/percorsi presenti nelle singole aziende/gruppi (ad esempio, percorsi di carriera, ferie, previdenza complementare, welfare, etc).

Un importante “paracadute”?

Sì. Come sempre ed ancora una volta il settore bancario si è dotato di una rete di autotutela per le proprie lavoratrici ed i propri lavoratori. L’auspicio è che il nostro settore possa essere ancora di esempio per gli altri comparti produttivi. La situazione che migliaia e migliaia di lavoratrici e lavoratori stanno vivendo nel nostro Paese a causa della pandemia è veramente terribile e sono sempre di più i casi di famiglie in grandissime difficoltà economiche a causa della perdita del lavoro. E temo che ancora tanto e tanto ci sarà da fare a tutela dei redditi delle famiglie.

Prossimi step?

Come organismi nazionali ed aziendali continueremo e vigilare, pretendendo il rispetto dei vari accordi a tutela della salute e del reddito degli addetti al settore. Si sta poi sempre più frequentemente parlando dell’avvio della cosiddetta “fase 2” della pandemia e, anche in questo caso, il lavoro che ci aspetta sarà fondamentale per proseguire nel percorso di tutele già tracciato.

Proprio per tale ragione, i Segretari Generali delle cinque OO.SS. del credito e l’Associazione dei banchieri (ABI) hanno già chiesto alla politica di essere parte della “Commissione di esperti” per l’implementazione e adeguamento di un’organizzazione del lavoro improntata alla massima sicurezza per i lavoratori ed i clienti.

Bianca Desideri