UNISIN: la violenza di genere e il Covid-19

Sicuramente vi starete chiedendo cosa c’entra la violenza di genere con il terribile momento che stiamo vivendo a causa del Covid-19. Ebbene anche in questo tempo sospeso, come molti lo definiscono, le situazioni di difficoltà causate dalla violenza sulle donne e dalla violenza di genere non sono andate in lockdown. Usiamo volutamente questo termine, ormai universalmente conosciuto e che è entrato purtroppo prepotentemente anche nel nostro linguaggio comune, perché ci consente di contestualizzare al meglio il tempo e la portata planetaria del Coronavirus caratterizzati dall’isolamento, dalla lontananza  dai familiari e dagli amici, dalla chiusura nelle nostre case, dalla chiusura delle attività economiche e commerciali tranne i servizi “essenziali” tra i quali quelli bancari,  dal confinamento ad una vita che non è la nostra e che mai avremmo pensato di vivere davvero. Una vita che sembra tratta dalle scene di un film del terrore se non fosse, invece, così vera, reale e drammatica.

La grave situazione sanitaria ed economica del nostro Paese non ha fermato purtroppo  un’altra grande tragedia che non si è arrestata neanche in questi tempi bui: i femminicidi. I mass media, purtroppo, quasi quotidianamente ci danno notizia di episodi di violenza che avvengono tra le mura di casa e che hanno come sfortunate protagoniste le donne e come aguzzini familiari e partner violenti. Chi si trova a subire violenza nell’ambito familiare in questa condizione di “confinamento” è limitata anche nella possibilità di richiedere aiuto.

Ne parliamo con Daniela Foschetti, Segretario Nazionale di riferimento del Dipartimento UNISIN Donne & Pari Opportunità.

Le donne e le vittime di violenza di genere stanno subendo una doppia condizione di difficoltà in questo periodo…

La limitazione degli spostamenti e la difficile condizione che stiamo vivendo diventano ancor più insopportabili per le donne che subiscono violenza nella famiglia in particolare dal partner e per chi è oggetto di violenza di genere. Per loro la convivenza forzata, un’intera giornata e per un tempo così lungo che si protrae ormai dal 9 marzo da quando nel nostro Paese possiamo uscire solo per andare a lavoro, per motivi di salute o per procurarci i beni necessari, deve essere una situazione davvero complessa e di  grande sofferenza psico-fisica. Oltre ad essere un reale pericolo per la loro stessa vita.

Nel periodo tra il 2 marzo e il 5 aprile le richieste pervenute ai centri antiviolenza della rete D.i.Re sono aumentate del 75% rispetto ai dati precedentemente disponibili, un bilancio pesante?

Certo, ancor più pesante se si pensa che diventa sempre più difficile in questa condizione segnalare le violenze subite. Le donne, infatti, spesso hanno anche difficoltà ad utilizzare il telefono per chiamare il centro antiviolenza o il numero antiviolenza dedicato 1522.

I casi segnalati sono già 2867 con un trend in netta crescita…

Sì, e aggiungo che per 806 di questi casi, pari al 28%, si tratta della prima richiesta d’aiuto e questo ci deve far molto riflettere.

Contro la violenza, però, in questo periodo le vittime hanno uno strumento in più…

La app 1522 scaricabile da ogni smartphone che consente loro di potersi collegare con le operatrici antiviolenza e azionare i dispositivi di emergenza anche in maniera automatica per richiedere aiuto qualora non potessero telefonare.

Anche il Sindacato è particolarmente attento al tema della violenza di genere…

Sì, le Organizzazioni Sindacali del settore del credito sono molto attente a questa problematica. Le lavoratrici e quanti subiscono violenze o molestie possono contare su strumenti previsti sia a livello di contrattazione nazionale sia a livello di contrattazione aziendale. Ricordo la più recente, la “Dichiarazione congiunta in materia di molestie e violenze di genere sui luoghi di lavoro”, sottoscritta da ABI e OO.SS. lo scorso anno e le previsioni del CCNL di settore.

Il nostro impegno come UNISIN è sempre molto forte sia nella prevenzione, nel monitoraggio sia nell’intervento per la rimozione di comportamenti non corretti all’interno dei luoghi di lavoro grazie all’azione capillare delle nostre e dei nostri dirigenti sindacali.

E per gli altri settori?

Le lavoratrici, grazie alla normativa esistente, possono fruire di congedi dedicati alle donne vittime di violenza inserite nei percorsi di protezione..

Esiste anche uno strumento per aiutare le donne vittime di violenza di genere che si trovano in difficoltà economica?

Nello specifico si tratta del “Protocollo d’intesa per favorire il rimborso dei crediti da parte delle donne vittime di violenza di genere” siglato sempre fra ABI e Organizzazioni Sindacali il 25 novembre 2019. Utilizzando l’opportunità offerta dal protocollo le donne vittime di violenza di genere possono chiedere la sospensione dei mutui e dei finanziamenti per tutte coloro che sono inserite nei percorsi certificati.

In questo periodo sia a livello nazionale che locale molte sono le iniziative per andare incontro alle donne in difficoltà.

Bianca Desideri