In Groenlandia la tutela dell’ambiente prevale sugli interessi economici

Paesaggio Groenlandia Nuuk

“Non vendere mai la pelle dell’orso prima di averlo ucciso”, così recita un vecchio proverbio e più o meno è quello che è accaduto in questi giorni in Groenlandia.

Infatti, alcune compagnie minerarie internazionali erano pronte a iniziare lo sfruttamento della miniera di Kvanefjeld, dove sembra che abbondino importanti quantità di minerali preziosi per l’industria tecnologica civile e militare.  Si parla di Uranio e di terre rare, materiali indispensabili per la realizzazione di manufatti ad alta tecnologia, tipo gli smartphone, le auto elettriche, schermi a led o altri componenti elettronici.  Le aziende interessate allo sfruttamento dell’imponente giacimento ubicato sul monte Kuannersuit, non avevano fatto i conti con le resistenze opposte dalla popolazione locale e dal combattivo partito dei verdi di Inuit Ataqatigiit, orientato più alla tutela dell’ambiente che alle prospettive di guadagni economici legati allo sfruttamento del territorio.

E così alle ultime elezioni il partito dei Verdi ha avuto la meglio sul partito dei socialdemocratici il Siumut, conquistando la maggioranza relativa con il 36,6% contro il 29,4 degli avversari.   I Verdi pur non avendo i numeri per governare da soli potranno farlo in coalizione con qualcuno dei partiti minori presenti nel nuovo parlamento. Il giovane leader di Inuit Ataqatigiit, il 34enne Mute Egede ha già annunciato il blocco del progetto per lo sfruttamento dei giacimenti di minerali preziosi e la firma dell’accordo di Parigi sul clima.  Le aspirazioni delle compagnie minerarie, che già pregustavano l’affare del secolo, almeno per i prossimi quattro anni resteranno deluse.

Enzo Parentela