Non sono fiction ma inqualificabili aggressioni

Giustizia

I danni prodotti da leggi  anticostituzionali come la “legge Fornero” e il renziano “Jobs Act” continuano a circolare impunemente senza che nessuna forza politica si spenda in maniera seria e civile per ripristinare quella legge del 1970 che all’articolo 18, in linea e sintonia con la Costituzione, garantiva giustizia e decenza nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori di qualsiasi categoria e di qualsiasi città.  Mi voglio occupare della “legge Fornero” perché la “legge Fornero” continua ad occuparsi di coloro che lavorano alle dipendenze di qualcun altro, picconandone la dignità e calpestandone la libertà.

Ho fatto sindacato per oltre trent’anni e per dodici anni sono stato Segretario Nazionale e da sempre mi occupo dello stato di salute della società in cui vivo, quindi posso a ragion veduta affermare di sapere di cosa parlo. Parlo allora di due evidenti dimostrazioni di arroganza del padrone che, proprio grazie alla “legge Fornero”, hanno potuto manifestarsi con buone possibilità di successo, un successo che trae forza da una legge che, come dichiara la Corte Costituzionale, appare indiscutibilmente anticostituzionale.

Parlo allora del caso di  un addetto al controllo costi con venti anni di anzianità presso l’ex ILVA di Taranto che ora si chiama Arcelor Mittal, parlo di un lavoratore non iscritto al sindacato e quindi per dirla con il mio amico Giorgio Cremaschi… nemmeno “testa calda”, anzi parlo di un lavoratore promosso da operaio a impiegato per meriti riconosciuti dall’azienda ed infine, anche se questo per il padrone non ha nessuna importanza, parlo di un lavoratore della martoriata Taranto con moglie e due figli. Il lavoratore è stato licenziato per avere pubblicato da casa sulla propria bacheca facebook la locandina che invitava a seguire la fiction in onda su Mediaset “Svegliati Amore Mio” con Sabrina Ferilli e che denunciava i danni alla salute dei cittadini (nel racconto a una bambina) prodotti da uno stabilimento siderurgico. Dice il lavoratore licenziato: “Ognuno di noi piange un parente per questa situazione, non a caso c’è un processo in corso, Ambiente Svenduto. Noi a Taranto lo sappiamo cosa è accaduto. L’inquinamento c’è comunque, un impianto siderurgico può inquinare meno, però è come una macchina, se l’accendi inquina. Ma non ho accusato di questo Mittal e non era mia intenzione farlo, non c’era nessun nome del resto”.

Questo lavoratore va difeso perché attraverso lui si difende il diritto di pensiero e di parola che non può e non deve essere cancellato da nessuna legge…,“Fornero” compresa. Mi auguro che i sindacati davanti ad un atto così violento ed arrogante facciano quadrato mettendo da parte le bandiere, mi auguro che lo sciopero giustamente indetto per il 14 aprile veda la partecipazione della città pur con le dovute attenzioni legate al COVID 19, ed infine spero che l’intervento doveroso del Ministro del Lavoro Orlando nei confronti di Arcelor Mittal possa essere sufficiente per evitare quel confronto in Tribunale che vedrebbe l’anticostituzionale “legge Fornero”  veleggiare sopra l’intero processo.

Passiamo ora dal Sud al Nord, dalla Puglia alla Lombardia, da Taranto a Milano ed infine dalla siderurgia alle banche. Anche a Milano abbiamo dovuto occuparci di un licenziamento che non avrebbe dovuto mai esserci, un licenziamento che ha riguardato un lavoratore questa volta iscritto al sindacato ma comunque non “testa calda”. Un licenziamento che ha riguardato un lavoratore prossimo alla pensione e con quaranta anni di lavoro ineccepibile e senza avere mai subito alcun richiamo, un lavoratore che era benvoluto da tutti i colleghi e da tutta la clientela perché sempre disponibile a dare una mano a chi ne avesse avuto bisogno.

Due malviventi all’interno dell’agenzia, approfittando di una sua assenza momentanea, scavalcano la sua scrivania e rubano un sacchetto contenente alcune decine di migliaia di euro che il lavoratore aveva nascosto e deposto sotto alla propria scrivania anziché metterlo in cassaforte. Dai filmati in mano alle forze dell’ordine si vedrà chiaramente che siamo di fronte ad un furto e che nessuno dei presenti in agenzia, dal direttore ai colleghi compresa la clientela, si è accorto di nulla. Il lavoratore verrà licenziato e solo successivamente grazie alla mediazione intervenuta tra la direzione ed il nostro sindacato UNISIN verrà concordato un verbale d’accordo davanti al giudice del lavoro che restituirà un minimo di decenza a questa storia compreso il ritiro del licenziamento. Una delle tante storie che si sarebbe dibattuta davanti al Giudice del Lavoro utilizzando il cosiddetto rito “Fornero” che non ci stancheremo di dire va cancellato anche e non solo perché dichiarato incostituzionale. Queste due storie ci mostrano come il padrone, davanti a quelle autostrade incostituzionali che certa politica costruisce senza alcuno scrupolo proprio per demolire il diritto del lavoro di questo nostro “strano” Paese, non solo non si ferma ma continua ad abusarne fino all’ultimo. Leggi come la “Fornero” o come il “Jobs Act” vanno al più presto cancellate perché sono portatrici di schiavitù tra chi lavora e per dirla tutta come è possibile che un Giudice sia costretto ad applicare una legge incostituzionale?

Joseph Fremder