Che succede a Fukushima?

Centrale Nucleare
La Centrale nucleare di Fukushima - ©Maksym Yemelyanov/123RF.COM

Il Giappone annuncia che le cisterne della centrale di Fukushima saranno scaricate in mare

La posizione geografica del Giappone, situata vicino alle maggiori placche tettoniche del pianeta, espone, da sempre, il territorio giapponese ad eventi sismici anche di grave intensità. Per questo le costruzioni in Giappone sono realizzate secondo standard di massima sicurezza, per contenere, appunto, i danni dei terremoti. Purtroppo gli eventi naturali di questo tipo scatenano delle variabili spesso imprevedibili. E’ quello che è avvenuto l’11 marzo del 2011 quando un fortissimo terremoto localizzato sulle coste nord orientali del Giappone, ha generato nell’oceano uno tsunami di estrema violenza, con onde alte 10 metri, ma sembra anche di più, che si è abbattuto sulle coste giapponesi.

Le immagini terribili delle onde che penetrano, inarrestabili, nei villaggi costieri sono ancora vivide nella memoria di molti. Il terremoto da solo non avrebbe fatto molti danni a cose e persone, grazie alle costruzioni antisismiche giapponesi, se non ci fosse stato proprio il terribile tsunami.

Un danno ancora maggiore si è abbattuto sulla centrale nucleare di Fukushima, una centrale super tecnologica a prova di terremoto, ma, ahimè, non di tsunami. Infatti, la centrale, situata sulla costa, è protetta con barriere di cemento utili per le mareggiate ma impotenti di fronte alla mostruosità dello tsunami. La conseguenza di tutto ciò è stata l’inondazione della centrale con il blocco dei sistemi di raffreddamento dei reattori.

Sono ormai passati 10 anni da quel terribile evento e ci si aspetterebbe che i problemi della centrale di Fukushima, dopo tanto tempo, fossero stati risolti. Invece, la centrale, in questi giorni, è tornata d’attualità per il semplice motivo che dovrà scaricare nell’oceano l’acqua usata per il raffreddamento dei reattori e per questo resa radioattiva, che non può essere più stipata nelle apposite cisterne.

Stiamo parlando di oltre mille serbatoi e cioè circa 1,25 milioni di tonnellate di liquido che, secondo il gestore della centrale Tepco, raggiungeranno la massima capacità consentita entro l’estate del 2022.  Pur senza essere degli esperti si intuisce che il nocciolo dei tre reattori, evidentemente è scoperto e ha bisogno di essere continuamente raffreddato. Per questo, ogni giorno, occorrono 140 tonnellate di acqua che si contamina e, pur subendo dei processi di bonifica, resta sempre radioattiva. In altri termini il raffreddamento del nocciolo non può essere interrotto perché le conseguenze potrebbero essere devastanti non solo per il Giappone ma tutta l’area circostante. Ecco quindi che lo scarico delle acque inquinate da elementi radioattivi appare inevitabile, nonostante le proteste dei paesi limitrofi come la Corea del sud e la Cina.

Sarebbe meglio che le potenze industrializzate unissero i loro sforzi per trovare soluzioni alternative al semplice raffreddamento dei reattori con acqua di mare. Mettere in sicurezza la centrale di Fukushima non è un problema solo del Giappone ma, con molte probabilità, riguarda il mondo intero.

Enzo Parentela