“Da Nord a Sud stiamo assistendo ad un continuo susseguirsi di morti sul lavoro. I dati degli anni sono da brivido. Non si può morire di o per il lavoro o in percorsi di formazione alternanza scuola-lavoro – dichiara Emilio Contrasto, segretario generale UNISIN/CONFSAL.
È gravissimo quanto è successo allo studente appena 18nne che stava frequentando un progetto di PCTO (Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento), la vecchia alternanza scuola-lavoro, al suo ultimo giorno di stage.
L’episodio che ha stroncato una giovanissima vita – prosegue Contrasto – ripropone ancor più fortemente ed urgentemente il problema della sicurezza sul lavoro e lo fa in maniera ancor più stringente quando si tratta di attività che vedono impegnati stagisti o studenti che si trovano a seguire percorsi di formazione in azienda per prepararsi al loro futuro di lavoratrici o lavoratori.
Oramai da tempo, ogni anno assistiamo ad una vera e propria strage nei luoghi di lavoro: non sono trascorse molte ore dalla tragedia di Udine che altri lavoratori hanno perso la vita in altri luoghi del nostro Paese.
È evidente che quanto viene fatto in tema di salute e sicurezza sul lavoro e di controlli e formazione non è assolutamente sufficiente – prosegue Emilio Contrasto – e che sono necessari ulteriori interventi specifici, soprattutto in alcuni settori, per evitare un vero e proprio bollettino di guerra. Ogni attività lavorativa ha le sue criticità e i suoi gradi di rischio.
UNISIN/CONFSAL, come organizzazione sindacale che tutela le lavoratrici e i lavoratori dei settori credito, assicurazione e riscossione, presidia quotidianamente – anche grazie all’imponente lavoro degli RLS e soprattutto in questo lungo periodo di pandemia da Covid-19 – i luoghi di lavoro e sia attiva con forza, unitamente alle altre Organizzazioni sindacali, per attuare tutto quanto necessario per garantire la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori.
Al contempo non può non legare ed unire la propria voce a quanti chiedono che tragedie come quelle a cui abbiamo assistito negli anni trascorsi e che stiamo ancora purtroppo osservando non si verifichino mai più attraverso anche lo strutturale rafforzamento delle norme in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e l’attivazione di controlli sempre più frequenti e costanti che determinino l’applicazione di sanzioni adeguate nei casi di violazione delle stesse norme.
Una cosa è certa, non si può morire di lavoro e per il lavoro e non si può morire di lavoro ancor prima di diventare una lavoratrice o un lavoratore – conclude Contrasto.”