L’ultimo ennesimo Oltraggio

Treno
La tragedia di Brandizzo

Una tragedia impressionante si è verificata a Brandizzo (To). Cinque giovani lavoratori hanno perso la vita, travolti da un treno, mentre lavoravano di notte, proprio sui binari della ferrovia. Una disgrazia incredibile e inaccettabile, come è stata definita da molti politici. Incredibile perché non è avvenuta a causa di un evento naturale estremo come una frana, la caduta strutturale di un muro, il crollo di un ponte o per qualsiasi altro imprevisto, ma perché alcuni operai effettuavano lavori di manutenzione sulla strada ferrata senza che fosse sospeso il traffico ferroviario.

D’altro canto è inaccettabile che tutto ciò sia stato possibile nel 2023 quando comunicare è diventato un fatto semplice e immediato. Infatti, sembrerebbe, dalle prime ricostruzioni, che ci sia stato un difetto di comunicazione. Sarà la Magistratura a fare chiarezza su quanto è accaduto e ad individuare le responsabilità. Le risposte che dovranno trovare i magistrati non sono semplici, perchè si tratta di capire se il treno non doveva passare a quell’ora o se invece, a quell’ora, non dovevano esserci degli operai al lavoro, e se in ogni caso erano state date le necessarie informazioni ai responsabili del cantiere e della ferrovia. Inoltre, occorrerà anche verificare se i protocolli di sicurezza siano stati osservati.  Era stata segnalata lungo i binari la presenza di uomini al lavoro?  “Men at Work”, ad esempio, è un’avvertenza che si incontra sulle autostrade quando ci sono lavori in corso. Trattandosi di lavori notturni si presume che gli operai indossassero i giubbini riflettenti, che fossero state attivate le opportune segnalazioni luminose, incluso anche l’accensione dei semafori rossi collocati, ad una distanza adeguata, prima del cantiere.

Le norme sulla sicurezza del lavoro, nel nostro paese ci sono e sono anche importanti. Prevedono figure professionali specialistiche nella sicurezza e nella prevenzione, diversi livelli di responsabilità, corsi di formazione e la presenza di uffici di controllo appositi, come gli ispettorati del lavoro.  Però, basta dare un’occhiata sul sito dell’Inail per capire che qualcosa nelle normative nazionali non funziona, o non viene adeguatamente applicato. Infatti nel primo semestre 2023 secondo i dati Inail “Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Istituto entro il mese di giugno sono state 296.665 (-22,4% rispetto a giugno 2022), 450 delle quali con esito mortale (-2,8%). In aumento le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 38.042 (+22,4%)”.

Con un semplice calcolo empirico possiamo dire che 450 vittime in 6 mesi sono  75 morti al mese, un bilancio assolutamente drammatico che evidentemente richiederebbe ben altri interventi. Purtroppo la sicurezza ha un costo e, spesso, viene trascurata proprio per questo motivo. In questi casi le morti sul lavoro, per usare un eufemismo, usato sovente negli eventi bellici, diventano “un danno collaterale”.

Il nostro Presidente della Repubblica, commentando la tragedia di Brandizzo, ha definito le morti sul lavoro un oltraggio alla convivenza. Mai termine poteva essere più appropriato, ogni morte sul lavoro rappresenta un oltraggio all’intera società. La Costituzione italiana nel suo primo articolo ci ricorda che “l’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro.”  Ogni morte sul lavoro è anche un oltraggio alla nostra Costituzione.

Enzo Parentela