Il 7 aprile si celebra la Giornata Mondiale della Salute, istituita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 1950

Questa giornata ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica su temi cruciali legati alla salute globale. Ogni anno viene scelto un tema diverso, che può riguardare, ad esempio, l’accesso alle cure, la salute mentale, le malattie croniche o la salute pubblica nei contesti di crisi.

Il tema 2025: “Un inizio sano, un futuro pieno di speranza” (Healthy beginnings, hopeful futures).

La Giornata Mondiale della Salute ribadisce un principio fondamentale: la salute è un diritto umano universale. Tuttavia, i dati riportati – 300.000 morti materne e oltre 4 milioni di neonati deceduti o nati morti – mostrano una realtà in cui questo diritto è profondamente diseguale a livello globale. In una prospettiva sociologica, tali numeri rappresentano disuguaglianze strutturali che colpiscono principalmente le donne e i bambini nei contesti più fragili, dove l’accesso ai servizi sanitari è limitato o inadeguato.

Disuguaglianze di genere e vulnerabilità. Il tema della salute materna e neonatale mette al centro la questione di genere. Le donne, specialmente in molte regioni del mondo, vivono in condizioni socio-economiche che le rendono più vulnerabili. La mortalità materna non è solo una questione sanitaria, ma riflette disequilibri di potere, povertà, mancanza di istruzione e discriminazione di genere, che incidono sull’accesso alle cure e sul supporto durante gravidanza e parto.

Il ruolo delle istituzioni e delle politiche pubbliche. L’evento e le iniziative come il convegno al Policlinico di Milano mostrano il ruolo attivo delle istituzioni sanitarie e accademiche nel promuovere cultura della prevenzione e ricerca scientifica. Tuttavia, la sociologia ci invita a chiederci quanto e come le politiche pubbliche riescano realmente a incidere sulla qualità della vita delle fasce più deboli, e quanto sia necessario un investimento sistemico, non occasionale, per produrre cambiamenti duraturi.

La salute nei primi 1000 giorni come capitale sociale. Il riferimento ai “primi 1000 giorni di vita” ha una forte valenza sociologica: questi anni sono determinanti nello sviluppo cognitivo, emotivo e fisico del bambino, e quindi nel futuro capitale umano e sociale di una comunità. Una società che non investe adeguatamente nella salute delle madri e dei neonati compromette il proprio sviluppo a lungo termine, generando cicli di povertà, malattia e marginalità.

Salute globale e interconnessione. Il tema scelto evidenzia anche la dimensione globale della salute: le problematiche materno-infantili non sono isolate o locali, ma sono parte di un sistema interconnesso. Una crisi sanitaria in una regione può avere impatti economici, migratori e sociali anche altrove. Questo richiama il concetto sociologico di interdipendenza tra i sistemi, e la necessità di affrontare i problemi con una prospettiva multilivello (locale, nazionale e internazionale).

la Giornata Mondiale della Salute 2025 evidenzia che la salute materna e neonatale è una cartina tornasole delle ingiustizie sociali e delle priorità politiche. Investire in un “inizio sano” significa non solo migliorare le condizioni sanitarie, ma anche agire su istruzione, uguaglianza di genere, giustizia sociale e sostenibilità. Solo così si può davvero costruire un futuro pieno di speranza.

UNISIN, nel proprio ambito di rappresentanza, prosegue con determinazione il suo impegno a favore del benessere delle persone, contribuendo –  insieme alle altre Organizzazioni Sindacali  – alla definizione di accordi che pongono particolare attenzione al welfare aziendale. Tali intese, pur non affrontando direttamente il tema della salute materna e neonatale, cercano di favorire  la tutela in modo indiretto, attraverso misure concrete di sostegno alla genitorialità, alla conciliazione vita-lavoro e alla protezione dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.

Coordinamento UNISIN Donne & Pari Opportunità