Gli istituti italiani si distinguono per solidità patrimoniale, efficienza operativa tra i leader in Europa e liquidità record. Piergiorgio Stano: “AI e data governance saranno decisive per il prossimo salto competitivo”
Mentre lo scenario macroeconomico europeo resta condizionato da instabilità geopolitiche e da un’evoluzione normativa sempre più stringente, il sistema bancario italiano dimostra di saper reagire con pragmatismo, capacità di adattamento e visione strategica. È quanto emerge dalla settima edizione del Banking Study di BearingPoint – multinazionale indipendente di consulenza strategica, manageriale e tecnologica – che ha analizzato i bilanci di 163 istituti europei, tra cui dieci tra le principali banche italiane.
Istituti come Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco BPM, MPS, BPER, Fineco, Credem, Mediolanum e Iccrea mostrano una crescente resilienza patrimoniale, un solido posizionamento in termini di liquidità e una chiara volontà di evolvere attraverso investimenti strategici in tecnologie digitali e modelli di business sostenibili.
Bilanci più sani e gestione del rischio da record europeo
Nel corso del 2024, le banche italiane hanno rafforzato la propria posizione patrimoniale con un incremento dell’equity del 5,4%, in linea con il trend europeo, mentre il CET1 ratio ha raggiunto il 18,8%, segnalando una solida posizione di capitale pur rimanendo leggermente al di sotto della media continentale (20,2%). Da sottolineare il miglioramento della qualità del credito: le banche italiane hanno ridotto i crediti deteriorati del 4,5% nel 2024, dopo il calo del 9,3% registrato nel 2023, confermando una traiettoria positiva e una maggiore robustezza del portafoglio crediti.
Questo miglioramento è stato accompagnato da un aumento degli accantonamenti per rischi (+24,5%) – uno degli incrementi più elevati registrati in Europa – a conferma di un approccio prudenziale orientato a garantire stabilità in uno scenario ancora incerto.
Efficienza e liquidità: i segnali di un sistema solido
Dal punto di vista della redditività, il sistema bancario italiano si trova in una fase di riequilibrio: il Return on Equity (RoE) si è attestato al 17,4%, in calo rispetto al picco del 2023 (21,7%) ma comunque superiore alla media europea (11,1%). Anche l’utile ante imposte è cresciuto (+14,7%) – e grazie ai forti incrementi sul fronte dei ricavi, le banche italiane potrebbero incrementare il proprio EBT superando il mercato -, così come l’utile netto (+8,1%): segnali di una redditività sostenibile e meno volatile rispetto all’anno precedente.
Sul fronte dei ricavi, la dinamica più interessante riguarda la diversificazione delle fonti: le entrate da commissioni – derivanti soprattutto dal collocamento di titoli, dai servizi di pagamento ma anche dalle attività di gestione, negoziazione e consulenza – sono cresciute del 7,9%, segnando un forte recupero dopo il calo del 2023 e un incremento maggiore rispetto al mercato europeo, mentre il margine d’interesse ha continuato a salire (+4,8%).
Questa combinazione ha contribuito a migliorare l’efficienza operativa: il cost-income ratio si è attestato al 42,6%, in miglioramento rispetto al 43,8% del 2023 e ben al di sotto della media europea del 53,5%, confermando un posizionamento leader delle banche italiane in Europa, superate solo dagli istituti nordici.
La solidità si riflette anche negli indici di liquidità: il Liquidity Coverage Ratio (LCR) ha raggiunto il 280%, mentre il Net Stable Funding Ratio (NSFR) si attesta al 168%, entrambi ampiamente sopra i minimi regolamentari e in crescita rispetto al 2023. Questi dati indicano una struttura finanziaria in grado di assorbire shock e sostenere investimenti di lungo periodo.
“I risultati del nostro Banking Study 2025 confermano la capacità delle banche italiane di affrontare con determinazione le sfide di un contesto europeo complesso e in continua evoluzione. La solidità patrimoniale, la gestione prudente del rischio e la forte attenzione all’innovazione digitale sono elementi che distinguono il nostro sistema bancario e lo pongono tra i più resilienti e dinamici in Europa.” commenta Claudio Brusatori, Partner & Practice Leader di BearingPoint Italia. “Siamo convinti che la combinazione di investimenti in tecnologia, sostenibilità e capitale umano rappresenti la chiave per rafforzare ulteriormente la competitività delle banche italiane e accompagnare la crescita dell’intero Paese.”
Innovazione e sostenibilità per il banking del futuro
La trasformazione digitale rappresenta una direttrice strategica per il settore. Se da un lato si registra un aumento fisiologico dei costi – in particolare quelli legati a IT e personale – dall’altro è evidente la scelta degli istituti italiani di investire in innovazione per evolvere i propri modelli di servizio. L’intelligenza artificiale, il cloud e la sicurezza informatica sono diventati elementi imprescindibili per rafforzare la resilienza operativa, abilitare processi decisionali data-driven e migliorare l’esperienza cliente.
“L’AI sta diventando un pilastro dell’evoluzione bancaria, ma ciò che fa davvero la differenza è la capacità di combinare innovazione tecnologica con una solida governance del dato e con un chiaro orientamento al cliente,” commenta Piergiorgio Stano, Data, Analytics & AI Lead di BearingPoint Italia. “Le banche che sanno coniugare efficienza operativa e capacità predittiva, riducendo la complessità e potenziando la qualità delle decisioni, saranno quelle in grado di trasformare i requisiti normativi in leve di vantaggio competitivo.”
L’altro fronte strategico che si consolida è quello della sostenibilità. Il Green Asset Ratio – introdotto come indicatore obbligatorio nel 2024 – non è più un adempimento, ma un riferimento per misurare l’impegno delle banche verso un modello di crescita responsabile. Le banche italiane, in linea con il trend europeo, stanno rafforzando la propria capacità di mappare e finanziare attività green, sebbene persistano ancora limiti metodologici nella rendicontazione ESG, specie per clienti di piccola e media dimensione, legati alla disponibilità e qualità dei dati. Ma la traiettoria è chiara: la sostenibilità sta passando da obbligo normativo a fattore competitivo e distintivo per il settore bancario italiano.
A emergere è dunque un quadro complessivamente positivo: il settore bancario chiude il 2024 con fondamenta robuste, segnali tangibili di adattamento strategico e una volontà chiara di essere protagoniste della trasformazione in atto. In uno scenario caratterizzato da incertezza geopolitica, pressioni macroeconomiche e trasformazioni normative, le banche italiane stanno mostrando segnali concreti di adattamento strategico e rafforzamento strutturale. L’entrata in vigore di regolamenti come il CRR III e il DORA rappresenta una spinta ulteriore verso una revisione profonda dei modelli operativi, accelerando il percorso di digitalizzazione e resilienza organizzativa. Gli istituti che sapranno interpretare queste sfide come leve per innovare – integrando tecnologia, sostenibilità ed efficienza – saranno quelli in grado di rafforzare la propria posizione competitiva e di assumere un ruolo da protagonisti nella trasformazione dell’intero settore finanziario europeo.
Lo studio completo può essere scaricato qui: Banking Study 2025: Between Profit and Risk | BearingPoint Italia
Informazioni sullo studio: Il BearingPoint Banking Study 2025 si basa sull’analisi dei bilanci annuali di 163 banche europee degli ultimi tre anni (periodo 2022-2024). Tutti gli istituti sono controllati dalla Banca Centrale Europea (BCE) o da un’autorità di vigilanza nazionale. In totale, il bilancio aggregato delle banche analizzate ammonta a circa 40.000 miliardi di euro nel 2024 e comprende istituti finanziari dell’Eurozona, di altri Stati membri dell’UE e di Paesi terzi come Regno Unito, Svizzera e Norvegia. Tra i principali istituti italiani analizzati si annoverano Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco BPM, MPS, BPER, Fineco, Credem, Mediolanum e Iccrea.
Informazioni su BearingPoint :BearingPoint – con 47 sedi in 24 Paesi (tra cui Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Svizzera, Cina, Stati Uniti, Singapore e Emirati Arabi Uniti), 222 Partner a livello globale e due filiali italiane a Milano e Torino – è una società di consulenza manageriale e tecnologica indipendente con radici europee e portata globale. L’azienda opera in tre business unit: Consulting, Products e Capital. L’area Consulting offre servizi di consulenza con un chiaro focus su aree di business selezionate. L’area Products fornisce soluzioni digitali guidate dalla proprietà intellettuale e servizi per gestire processi critici all’interno del business. L’area Capital fornisce servizi a supporto di fusioni, acquisizioni e transazioni.
I clienti di BearingPoint includono molte aziende e organizzazioni leader a livello mondiale. L’azienda ha una rete di consulenza globale di oltre 10.000 persone e supporta clienti in più di 70 paesi, impegnandosi con loro per ottenere un successo misurabile e sostenibile. BearingPoint è una B Corporation certificata che soddisfa elevati standard di impatto sociale e ambientale.