Nostalgie

Nostalgia
Sempre devi avere in mente Itaca

Nòstos e àlgia, ritorno e dolore, sono le due parole greche che danno origine al termine nostalgia. Il dolore del ritorno, o anche il dolore per il ritorno di un pensiero che riconduce a ciò che eravamo, a esperienze vissute e che non torneranno se non nel ricordo. In letteratura una delle prime e più famose tracce di nostalgia si trova nel desiderio di ritorno a Itaca da parte di Ulisse, tema centrale dell’Odissea.

Costantinos Kavafis, nella sua poesia più conosciuta, intitolata appunto Itaca, scrive:

(…) sempre devi avere in mente Itaca –

raggiungerla sia il pensiero costante.

Soprattutto, non affrettare il viaggio;

fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio

metta piede sull’isola, tu, ricco

dei tesori accumulati per strada

senza aspettarti ricchezze da Itaca.

Itaca ti ha dato il bel viaggio

senza di lei mai ti saresti messo

in viaggio: che cos’altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.

Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso

già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.

Significa il percorso della tua vita. Un po’ come il viaggio del pellegrino verso Santiago di Compostela o Gerusalemme: la gioia dell’arrivo alla meta, ma la consapevolezza che la vita è stata durane il percorso, le sue esperienze, il suo vissuto. Sono i ricordi che resteranno.

Dicembre, come sempre per me, ma immagino anche per molti altri, rappresenta un momento di bilancio e di riflessione. Nonostante l’apparente leggerezza, le luminarie natalizie, la voglia di fare festa, rimane sempre un retrogusto dolce-amaro. Sarà la sindrome di Scrooge, di Dickensiana memoria, cioè l’idea che se tanti festeggiano altrettanti soffrono, sarà l’anno che volge al termine – un altro anno! – non saprei, so solo che l’impaziente gioia  che  caratterizzava le festività della nostra infanzia, in attesa della notte magica dei regali, si è trasformata in qualcosa di altro. Mi è capitato in questo dicembre di assistere a due spettacoli emozionanti e nostalgici, anche se di genere molto diverso.

Il primo è stato il concerto di Francesco De Gregori al Forum di Assago (Milano) parte della tournée per festeggiare i 50 anni dall’uscita dell’album Rimmel nel 1975.

Che ovviamente comprai e consumai sotto la puntina del giradischi, poi ricomprai come cd, assieme a molti altri, di colui che viene giustamente definito “il principe” (dei cantautori).

Ascoltando le canzoni, rinnovate, ma poco, si fa strada la nostalgia di questi 50 anni passati, ma restano invariate le emozioni che una sapiente e ispirata capacità poetica riescono a generare.

Si lo so benissimo che spendere la parola “poesia” per un cantante è sbagliato, la poesia è ben altro che una canzone e i due ambiti artistici e letterari non devono essere confusi. Ma se c’è un cantante che riesce ad avvicinare questi due ambiti quello è proprio De Gregori.

Qualche giorno dopo ho assistito, sempre a Milano, al (quasi) monologo di Umberto Orsini “Prima del temporale”, adattamento scenico della sua autobiografia “Sold out”, in collaborazione con Massimo Popolizio (regista).

Assistere al racconto, divertente, autoironico, in alcuni momenti commovente, di un attore di 91 anni, da settanta sulle scene, lascia meravigliati anzitutto per la lucidità, la sorprendente memoria, poi per i numerosissimi riferimenti a personaggi dello spettacolo che hanno fatto parte della sua vita (di attore) e della nostra (di spettatori). Anche in questo caso ondate di ricordi di decine di spettacoli visti negli anni.

Intanto si avvicina Natale. Altra nostalgia non solo per la svanita fanciullesca magia dell’attesa dei regali, ma soprattutto al pensiero dei tanti Natali trascorsi in compagnia di chi non è più con noi.

C’est la vie, direbbero a Parigi e, per citare a rovescio Edith Piaf, non sempre si ha La vie en rose… e se leggerete queste parole a Natale e Capodanno ormai passati, ricordate sempre, come diceva una simpatica pubblicità di qualche anno fa, che “Natale quando viene, viene”, cioè arrivederci al prossimo.

Mario Caspani