Lettera di una donna. 8 ottobre 2016 d.C.

Lucia Pérez, una ragazza di 16 anni, viene sequestrata, drogata, stuprata, torturata e assassinata a Mar del Plata. Poi l’hanno rivestita, lavata e ripulita prima di abbandonarla, ormai esanime, davanti all’ospedale dove i medici non sono riusciti a rianimarla. Quella subita da Lucia Perez è la storia di una violenza sessuale disumana, ha sconvolto perfino il medico legale che in tutta la sua carriera, non aveva visto nulla di simile.

Ci tengo molto a collocare nel tempo la data di questa tragedia, perché non ci sfugga che l’era di Neanderthal, con tutto il rispetto per quegli uomini preistorici, è conclusa da un pezzo. Voglio ricordare a tutti che quello che è successo in Argentina, a Pordenone, a Roma, a Milano accade ai giorni nostri ed è anacronistico, brutale. Voglio che tutti sappiano che ancora oggi, nell’epoca dei social network, del digitale, della modernità in genere, ci ritroviamo a dover parlare di dannati ex, di mariti indegni, di partner malati o solo di sconosciuti, che avvalendosi della loro forza fisica, violentano, maltrattano, umiliano la propria donna o semplicemente qualcuna che attraversa la strada nell’ora sbagliata. Non è giusto. Siamo stanche. Dobbiamo avere la forza di farci sentire, di scendere in piazza a fianco delle donne argentine e gridare a gran voce #NiUnaMenos! Non ci sono giustificazioni, non possiamo continuare a scrivere sui diritti delle donne, sui diritti del bambino, degli omosessuali o del rifugiato, perché dovrebbero essere concetti oramai insiti nella nostra “cultura”, perché la dignità della persona dovrebbe venire da sé, perché nessun Uomo dovrebbe fare del male in qualsiasi modo a un altro uomo.

Non voglio, però, spendere una parola di più su questo argomento così scontato eppure ancor oggi così lontano dalla realtà. Voglio scrivere alle donne, vorrei entrare nella loro storia e nella loro vita per un attimo e convincerle a denunciare qualsiasi tipo di sopruso o violenza, perché deve passare il messaggio che neppure con la forza riescono a zittirci, perché se fisicamente non siamo in grado di metterli KO, siamo però libere, LIBERE, di andare alla polizia e denunciare tutto.

Non è questo l’amore. Non credete a questa storia. Nessun amore può farvi del male. Nessun amore può privarvi della vostra libertà. Nessun amore può rendervi schiave. Nessun amore può uccidervi.

Io sono stanca di leggere il bollettino di guerra del femminicidio. Ora mi vedo anche costretta a riportarvelo su queste poche righe, solo per farvi indignare l’ennesima volta.

Dall’inizio dell’anno 60 donne sono state uccise in Italia dal partner o, più spesso, da un ex. Oltre 155 da gennaio 2015, in pratica una donna ogni 2 giorni. Questo dato è del giugno 2016, se avessi trovato dati aggiornati ad oggi sarebbero probabilmente raddoppiati. Non possiamo ricordarci solo il 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che la violenza esiste, che le donne vengono uccise, violentate e maltrattate ogni santo giorno dal proprio uomo-bestia. Dobbiamo ricordarcelo ogni giorno e aiutare quelle che non hanno la forza di denunciare, di parlare o semplicemente di capire che l’amore è un’altra cosa.

 

Milena Di Fina