Banca Nuova: i lavoratori sono bancari, non banchieri

Grazie all’appello dei sindacati di Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil e Unisin i dipendenti di Banca Nuova della Calabria, si sono riuniti  sabato 29 ottobre 2016, per discutere della difficilissima situazione in cui si ritrova l’azienda , appartenente al Gruppo Banca Popolare di Vicenza. La partecipazione dei lavoratori all’assemblea è stata notevole, se si considera  che molti di loro hanno dovuto percorrere distanze considerevoli per raggiungere il luogo della riunione  e che la stessa assemblea era convocata in un giorno insolitamente non lavorativo. Nel comunicato sindacale rilasciato dalle delegazioni aziendali di Banca Nuova si legge che la riunione è stata presieduta da Salvatore Conforto, vice segretario aziendale Unisin Banca Nuova, Giovanni Gattuso segretario regionale della First-Cisl, Tommaso Chiodo, presidente del coordinamento nazionale del Gruppo Banca Popolare di Vicenza.  Il documento sindacale prosegue poi mettendo in evidenza che dall’introduzione e dagli interventi che si sono succeduti è emerso con chiarezza che nel Gruppo e attraverso il Gruppo BPVI si sta giocando una pericolosissima partita per l’intera categoria e dello stesso settore del credito. Tale rischio è rapportato alla drammatizzazione esternata dal presidente Mion e dall’A.D. Iorio, per i quali il problema primario è affrontare i 1500 esuberi strutturali, senza mettere sul tavolo un piano industriale, il che significa senza una trattativa sindacale, quindi attivando la legge 223, che riguarda licenziamenti collettivi. Sarebbe la prima volta in ABI che una procedura del genere verrebbe attivata, fungendo da apri pista per il resto della banche, innescando un effetto domino sull’intero sistema, che produrrebbe destabilizzazioni a catena anche in altre categorie, dai risultati imprevedibili. In Banca Nuova se così fosse deciso, centinaia sarebbero i licenziamenti, e in Calabria diverse decine. La Banca Popolare di Vicenza, i suoi vertici, passati e presenti, tentano di scaricare sulle lavoratrici e lavoratori, la devastazione di una gestione commerciale e del credito che non ha precedenti. La catena di comando messa in piedi negli anni passati, ha determinato situazioni gravissime anche dal punto di vista giudiziario, visto l’interessamento di varie procure sulle azioni commerciali imposte e sottaciute alla rete, specie per quelli che erano i fondamentali dei prodotti azionari. Questi stessi lavoratori e lavoratrici che invocano, anche nella qualità di socio lavoratrice/lavoratore, da più di un anno, un azione di responsabilità a carico dei vertici passati del gruppo, ma che gli attuali vertici ancora non hanno attivato.  Infine la nota sindacale conclude  sottolineando che la crisi di Banca Nuova, Gruppo Popolare di Vicenza, necessita di un interesse delle istituzioni, a partire da quella Regionale, di una azione di raccordo e confronto con le associazioni dei consumatori  e con l’opinione pubblica,  facendo presente che a Lamezia, si è deciso di parlare al territorio e affermare che  “siamo bancari e non siamo banchieri”.