Ramblas di sangue. Colpita Barcellona

Ore 12.00, plaza Catalunya. Un minuto di silenzio e un lungo, lunghissimo applauso e un grido “non abbiamo paura”, per ricordare le vittime innocenti dell’attentato di ieri pomeriggio che ha sconvolto, ancora una volta, l’Europa.
Stavolta ad essere stata presa di mira la Spagna, la bellissima e suggestiva multiculturale Barcellona che ha trascorso uno dei pomeriggi più tragici della sua storia. La sua Ramblas, la passeggiata pedonale alberata, ricca di negozi, edicole, artisti, locali, frequentata da migliaia di turisti e di spagnoli è stata macchiata del sangue di 14 morti di cui 1 a Cambrils e circa 130 feriti tra cui alcuni gravi,  34 le nazionalità coinvolte.
Anche l’Italia ha pagato il suo tributo a questo insano atto terroristico con la morte di Bruno Gulotta, 35 anni, giovane papà di Legnano che stava passeggiando con la famiglia e Luca Russo, anche lui in vacanza, e con tre feriti.
Quattro finora gli arresti, ancora in fuga l’autista del furgone. Cinque i terroristi uccisi nella notte nel secondo attacco, a Cambrils. Secondo la polizia, si tratta del giovanissimo Moussa Oukabir, arrivato in Spagna da una settimana che sarebbe stato il conducente del furgone che ha falciato decine di persone sulle Ramblas, riuscendo a scappare dal luogo della strage.
I cinque kamikaze uccisi nella notte dalla polizia a Cambrils, una cittadina balneare a 120 km a sud di Barcellona, erano pronti a sferrare un nuovo attacco nella città catalana. Secondo gli inquirenti l’idea dei terroristi, che vanno considerati come organizzati e non lupi solitari, era quella di continuare a seminare terrore con un terzo attacco.
Solidarietà e cordoglio dal presidente Mattarella e dal premier Gentiloni al re di Spagna Felipe VI e al premier spagnolo Mariano Rajoy. Per Papa Francesco si è trattato di un atto disumano, violenza cieca. Messaggi di cordoglio e solidarietà da ogni parte del mondo alla Spagna.
Questo nuovo atto di terrore ci fa riflettere, i nostri comportamenti e la nostra vita non devono mutare perché non può e non devono vincere né il terrore né la paura, ma sicuramente è necessario forse analizzare e ripensare la sicurezza e la collaborazione istituzionale delle nostre città, senza limitare la libertà delle persone, anche in un’ottica diversa alla luce di quanto successo a Barcellona. Non è un caso che il Ministro dell’Interno Marco Minniti abbia disposto il rafforzamento delle misure di sicurezza nel corso della riunione straordinaria del Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo (C.A.S.A.) da poco conclusasi al Viminale, il livello di allerta resta fissato a 2, ovvero di “preallarme per probabili o imminenti attacchi terroristici” che precede il livello di attacco e non viene modificato.  Il ministro Minniti “ha chiesto di tenere elevato il livello di vigilanza, rafforzando sul territorio le misure di sicurezza a protezione degli obiettivi ritenuti più a rischio, nonché verso i luoghi che registrano particolare affluenza e aggregazione di persone.

A tale proposito, verrà emanata una circolare ai prefetti affinché attraverso i comitati provinciali per l’ordine e sicurezza pubblica che saranno convocati con la partecipazione dei sindaci e in sinergia con le polizie locali si svolga un attento monitoraggio relativamente agli eventi e alle iniziative già programmate sul territorio”.

Bianca Desideri