Possibile rimborso della tassa rifiuti (TARI)

Secondo quanto riferito dal sottosegretario all’Economia Pier Carlo Barretta rispondendo in commissione Finanze alla Camera ad uno specifico quesito sulle modalità di calcolo utilizzate dai comuni in tema di TARI (tassa sui rifiuti), alcuni comuni operano una duplicazione di calcolo sulle pertinenze degli immobili e conseguentemente una illegittima  maggiorazione dell’imposta dovuta in danno ai cittadini (Interrogazione parlamentare n. 5-10764 del 18.10.2017).

La TARI viene calcolata dai Comuni utilizzando una quota fissa e una variabile. La quota fissa si calcola sui metri quadri dell’abitazione, includendovi anche le pertinenze situate nello stesso comune (garage, soffitte, cantine), essendo quindi tanto più alta quanto più ampia è la superficie totale.

La quota variabile dipende invece dal numero degli occupanti,o componenti della famiglia, che resta tale indipendentemente dalla superficie dell’abitazione e dalla presenza di pertinenze varie.

Alcuni comuni sono incorsi nell’errore di moltiplicare l’applicazione della quota variabile, separando abitazione dalle sue pertinenze, replicando così l’imposizione anche per ciascuna di esse. In altre parole, in caso di utenza domestica costituita da più superfici, la quota variabile viene applicata sia sulla superficie abitativa, sia per ciascuna pertinenza.

Ciò ha evidentemente comportato una moltiplicazione di costi per i cittadini, che il Ministero delle Finanze ha ora definito illegittimo in quanto il calcolo della quota variabile deve essere fatto una sola volta sulla base della superficie complessiva e non separatamente tante volte quante sono le pertinenze.

Il giusto criterio di calcolo e quindi il seguente: La parte variabile dell’imposta deve essere calcolata una sola volta, a prescindere dal numero delle pertinenze situate nello stesso comune.

Poiché non vi è uniformità di applicazione nei vari comuni italiani, ai fini di poter avanzare una richiesta di rimborso gli interessati dovranno, in via preliminare, verificare dai propri avvisi di pagamento TARI (contenenti dati catastali degli immobili, superficie, numero degli occupanti) se il proprio Comune ha effettuato il calcolo dell’imposta in modo separato per abitazione e pertinenze.

In tal caso, relativamente ai soli ultimi cinque anni (essendo prescritti i periodi precedenti), gli interessati potranno presentare un’istanza scritta di rimborso ai Comuni (o alle società che ne curano la riscossione) e, in caso di mancato accoglimento in autotutela, ricorrere poi  alle Commissioni Tributarie Provinciali.

Massimo Degli Esposti