Niente Rei per il 41% dei minori in povertà assoluta

 

Il 29 agosto 2017, il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera definitivo al Reddito di inclusione sociale (Rei), che andrà a sostituire il Sostegno all’inclusione attiva e l’assegno di disoccupazione Asdi, ed il 30 ottobre ne ha ritoccato alcuni parametri. Partirà dal 1° gennaio 2018 e sarà composto di due parti. Un assegno mensile, che avrà un importo variabile secondo le dimensioni del nucleo familiare e altre variabili. E un progetto personalizzato di reinserimento sociale e lavorativo. Potranno accedere al Rei le famiglie con valore ISEE non superiore ai 6mila euro, indicatore ISR non superiore ai 3mila euro, patrimonio immobiliare, esclusa la prima casa, non superiore ai 20mila euro e un patrimonio mobiliare non superiore a 10mila euro.

Allo stato attuale, in base alle proiezioni svolte da alcune associazioni dei consumatori, riceveranno il Rei solo 1,8 milioni di individui, cioè il 38% del totale della popolazione in povertà assoluta: pertanto il 62% delle persone che vivono in estrema difficoltà ne rimarrà escluso. Il 41% dei minori in povertà assoluta non sarà raggiunto dalla misura al suo avvio. Una condizione di deprivazione che in età infantile ha effetti molto più gravi che in età adulta e che impatta in maniera devastante su quelli che sono gli scenari futuri del nostro Paese dal punto di vista sociale e socio-economico. Per rendere davvero efficace lo strumento servirebbero molti più fondi, considerando che nel nostro Paese a trovarsi in condizioni di povertà assoluta sono 4,75 milioni di italiani, il 7,9% della popolazione complessiva.

In questo contesto, questa iniziativa di contrasto alla povertà. seppur lodevole, non è sufficiente. Si rendono indispensabili maggiori sforzi di tutti i livelli istituzionali per la riuscita di questo nuovo modello, dare vita a un sistema di intervento sociale che promuova la consapevolezza dell’intero nucleo familiare a partire dai genitori e che metta al centro il benessere, i diritti e le opportunità di sviluppo dei soggetti di minore età.

Maria Grazia Palmarini