Sulle tracce dell’Italia meravigliosa con Alberto Angela

Il Paese con più siti riconosciuti dall’Unesco, quello con il maggior numero di opere d’arte al mondo, il Paese di Pompei, di Leonardo, di Venezia e di Dante, questa è l’Italia e lo sappiamo.

Ma quanto lo sappiamo? Probabilmente non abbastanza, o forse amiamo farcelo ripetere, visto che  la tv generalista targata Rai riesce a fare quasi 6 milioni di telespettatori con un semplice  programma di divulgazione, dal format più che collaudato, che si chiama “Meraviglie” e che tratta, appunto, dei nostri tesori artistici e paesaggistici simbolo del retaggio italiano nel mondo.

Possiamo parlare di controcultura, dunque, quando ci viene spiegato in modo semplice ma approfondito che, in effetti, le radici storiche sulle quali stiamo edificando la complessa struttura sociale del terzo millennio sono per tutti, dal Nord al Sud del Paese. Tutti partecipiamo di diritto a queste “meraviglie”. Un concetto di democrazia estrema, politico nel senso più puro del termine e che lascia un buon margine di speranza su cui lavorare: la soglia dell’attenzione non è poi così bassa come molti talk show vogliono far credere.

Serpeggia un certo senso di appartenenza, una voglia di riscatto che la politica di palazzo o il così detto establishment non riesce ad intercettare e che viene spesso liquidato come indifferenza.

Non a caso gli spettatori di Angela lo guardano in tv e commentano sui social; la rete è l’unica zona franca in cui tutti si esprimono e dove ancora funziona il meccanismo della circolazione delle idee. Su internet Alberto Angela è stato trasformato in eroe nazionale, c’è chi lo vuole a  capo del Dicastero dei Beni Culturali, che gli affiderebbe la Scuola italiana, o chi crede che ringraziarlo sia semplicemente un dovere civico.

Intanto, Enit e l’Associazione Italiana siti Unesco (l’Italia ne ha 53, la Cina, l’enorme Cina, 52 utilizzano Meraviglie per promuovere il turismo italiano nel mondo.

E pensare che la cultura non paga, come una volta disse più di qualche vecchio saggio; quanto meno, in termini di autostima, indispensabile per la credibilità di un Paese, il mercoledì sera saremo tutti milionari.

Rossella Marchese