Rosario Ruggiero il pianista del Museo di Capodimonte

Magico tocco quello che corre sui tasti del pianoforte, ascoltare il M° Rosario Ruggiero è sempre un’emozione. La stessa passione e maestria tecnica che, dal suo debutto nel panorama musicale partenopeo, si ripete ad ogni esibizione unita ad una crescita artistica virtuosistica maturata nel corso di decenni di attività concertistica che hanno portato il pianista napoletano ad assumere, primo in Italia, un ruolo di grande interesse presso un’istituzione museale.

Pianista, giornalista, didatta, Rosario Ruggiero si è diplomato al conservatorio di musica “San Pietro a Majella” perfezionandosi poi sotto la guida del maestro Paolo Spagnolo. Ospite, in qualità di pianista e di relatore, di innumerevoli cenacoli, centri studi ed altre istituzioni culturali, dal 2000 è titolare della cattedra di Pianoforte. Collabora con testate giornalistiche fra le quali il quotidiano “Il Roma”. È autore, inoltre, dei libri “Elogio della civiltà musicale napoletana” e “Sulla poesia umoristica napoletana”.

M° Ruggiero, chi ha avuto il piacere di ascoltarla e seguire la sua carriera si rende conto che il suo entusiasmo ad ogni esibizione non è cambiato da quello degli anni giovanili….

E’ vero, ormai mi esibisco da decenni  in qualità di solista, per istituzioni nazionali ed internazionali. Ho suonato, fra gli altri, per il maestro Uto Ughi in occasione del conferimento del premio “Leggio d’oro”. L’entusiasmo, la ricerca e il perfezionamento sono i miei compagni.

Dallo scorso luglio, si esibisce regolarmente nella sala Camuccini del Museo di Capodimonte…

Sì, una bella esperienza a contatto con un pubblico di diverse nazionalità e diverse sensibilità musicali. Ogni domenica mattina dalle 10.30 alle 12.00 e in questo periodo estivo, invece, il venerdì dalle 21.00 nel Museo risuonano le note dei principali autori. Questa iniziativa è stata possibile grazie alla collaborazione con Aurora De Magistris, in arte Aurora Giglio, nata in occasione della mostra mostra Picasso e Napoli: Parade, che da luglio 2017 mi ha chiesto di esibirmi a Capodimonte per la sua Associazione MusiCapodimonte.

Da questa esperienza, però, è nata un’ulteriore collaborazione…

Il Museo e Real Bosco di Capodimonte, con il direttore Sylvain Bellenger, sta vivendo una stagione speciale, arricchita oltre che dalle meraviglie artistiche e culturali presenti nel Museo e della vegatazione lussurregiante del Bosco, anche da una vivacità portata da associazioni ed enti che propongono iniziative musicali e culturali che vanno ad attrarre ulteriore pubblico.

Ricordo solo che il Museo di Capodimonte, uno tra i più noti a livello internazionale, si trova all’interno della reggia omonima ed ospita gallerie di arte antica, una di arte contemporanea e un appartamento storico. Inaugurato ufficialmente nel 1957, ospitava già opere d’arte a partire dal 1758. Due le collezioni principali, quella Farnese (con opere, fra le altre, di Raffaello, Tiziano, Parmigianino, Bruegel il Vecchio, El Greco, Ludovico Carracci, Guido Reni), e quella della Galleria Napoletana (Simone Martini, Colantonio, Caravaggio, Ribera, Luca Giordano, Francesco Solimena). Importante anche la collezione di arte contemporanea, unica nel suo genere in Italia, con il Vesuvius di Andy Warhol.

Un luogo in cui perdersi nell’arte, nella cultura, nella natura. Un luogo internazionale dove le muse si ritrovano per “deliziare” i sensi dei visitatori… e fra queste Euterpe…

Descrive molto bene Capodimonte. Nei secoli la musica ha aleggiato nei corridoi e nelle sale della reggia ed oggi grazie agli appuntamenti pianistici la anima di nuovo.

Come descriverebbe la sua figura all’interno del Museo…

L’iniziativa che mi vede coinvolto ha dato luogo ad una particolare figura di musicista che impreziosisce contesti artistici e monumentali eseguendo estemporaneamente, in piena libertà di scelta, capolavori della letteratura musicale di tutti i tempi. In un “quaderno dei pensieri” i visitatori lasciano la loro testimonianza, i loro pensieri e le loro sensazioni.

Un vero e proprio “Pianista del Museo”…

Sì, possiamo definirlo così, quello che una volta era il Maestro, il pianista di corte, si concretizza in questa nuova esperienza, prima in Italia, nel Museo di Capodimonte. L’auspicio è che questa figura possa essere estesa ad altre istituzioni museali.

Bianca Desideri