Prendi la ruota, ti riaccompagno nel Gruppo. Il vero senso de La Storia in bici

Un privilegio unico quello di aver attraversato l’Italia accompagnato dal logo del mio Sindacato. Logo presente in tutte le città attraversate, in tutti i comuni e le provincie di 8 regioni.

Le forze dell’ordine che proteggevano noi ciclisti, i nostri Angeli Custodi, sono state tutte omaggiate della nostra sacca contenente il volume “Guida ai diritti delle persone con disabilità”. Praticamente il nostro libro è in tutte le caserme, da Milano a Matera, il nostro logo, riconosciuto tra gli sponsor di maggior prestigio, è stato ben visibile per oltre 1000 Km sia dal palco dei traguardi sia dal Camper di accompagnamento.

Riduttivo parlare di un viaggio solo a scopo divertimento; 70 ciclisti che attraversano il nostro Bel Paese senza vedere un’automobile sulla loro strada, accompagnati da mezzi e accompagnatori che ci tenevano al sicuro da pericoli, non si era mai verificato. La fatica è stata tanta almeno per me che sono un semplice amatore domenicale. Il Gruppo ciclistico si chiama “La storia in bici”, i pedalatori della Cultura, che dopo averci visto protagonisti nel riportare simbolicamente lo scorso anno la Costituzione Italiana in occasione del suo 70° compleanno da Torino a Roma ricevuti dal Presidente Mattarella, ci ha visto quest’anno andare “Sulle tracce di Leonardo” il più grande genio che l’intero pianeta abbia mai partorito. Tappe che hanno ricordato, tra l’altro, i 10 anni del tremendo terremoto de L’Aquila; i 50 anni dello sbarco sulla Luna; i 160 della Croce Rossa; i 30 anni dalla caduta del Muro di Berlino fino ad arrivare a Matera, la città della cultura europea, la “grande bellezza” italiana considerata fino a 50 anni la “Vergogna d’Italia” per la condizione di vita degli abitanti; l’impegno per la tutela dell’ambiente e come il lavoro debba essere favorito dalla tecnologia senza che questa si sostituisca alle persone ma le supporti e le aiuti nello svolgimento della propria attività e le faciliti nella vita quotidiana.

E vedere i “primi”, i ciclisti più forti, quelli più allenati ai quali non importava emergere dal Gruppo andare indietro ad aiutare quelli rimasti indietro, quelli poco allenati e con poco fiato è stato fonte di profonda riflessione. Bellissima la sensazione che si prova nel vedere come gente che nemmeno si conosce si mette davanti a quelli in difficoltà e dice: “Prendi la ruota, ti riaccompagno nel Gruppo”. Prendere la ruota significa stare dietro la ruota del ciclista davanti… si risparmia un bel po’ di fatica.

Il vero scopo del nostro Sindacato è proprio questo. Aiutare coloro i quali sono in difficoltà, mettersi al loro servizio, non perdere mai di vista certi valori, hanno contraddistinto UNISIN negli anni.

Compito nostro e di tutta UNISIN è mantenerli ben vivi e saldi, non bisogna perderli di vista, bisogna stare sempre accanto a coloro che hanno e sono in difficoltà, oltre ad essere la spalla su cui le Colleghe e i Colleghi devono, possono e sono sicuri di trovare aiuto e professionalità in un mondo lavorativo sempre più complicato.

Solo in questo modo possiamo emergere nel difficile contesto sindacale in cui viviamo, tornare alla “base”, ascoltare le persone e accompagnarle con umiltà a “prendere la nostra ruota”.

Daniele Cristicchi