UNISIN: Emilio Contrasto “per le Lavoratrici e i Lavoratori occorre fare molto di più”

Emilio Contrasto
Emilio Contrasto - Segretario Generale Unisin

E’ un momento particolarmente difficile per il nostro Paese e per tutti noi. Il bollettino della Protezione Civile di ieri che riporta i dati dall’inizio della crisi è da brividi, un vero e proprio bollettino di guerra contro un nemico invisibile: 15113 contagiati, 12839 malati positivi, 1258 guariti, 1016 deceduti.

I provvedimenti assunti dal Governo per “blindare” il Paese stanno tentando di dare risposta alla grave situazione generata dall’epidemia di coronavirus che ha colpito in maniera molto severa in particolare le regioni del Nord Italia, portando quasi al collasso le strutture sanitarie, ma che si sta espandendo all’intera penisola. L’immagine dei tanti medici ed infermieri che stanno meravigliosamente dando sé stessi per fronteggiare la crisi è davanti ai nostri occhi in continuazione. Così come finalmente il confronto e la riscoperta del valore dei nostri scienziati e delle brillanti menti che fanno onore all’Italia e che stanno lavorando incessantemente per trovare una cura o un vaccino.

Mentre mass media e canali social ripetono con forza l’hashtag “iorestoacasa” slogan del dpcm, con la speranza che la popolazione sia realmente responsabile, ci sono anche Lavoratrici e Lavoratori chiamati a continuare a far funzionare una serie di servizi e imprese ritenuti essenziali per garantire, in questi terribili giorni,il proseguimento della vita “ridotta” del nostro Paese.

Fra questi, le Colleghe ed i Colleghi del settore bancario e assicurativo.

Sono continui gli interventi delle Organizzazioni Sindacali per garantire la sicurezza di questi lavoratori. Ne parliamo con Emilio Contrasto, Segretario Generale di Unisin.

E’ dall’inizio di quella che oggi è una vera e propria epidemia di coronavirus, pandemia per l’OMS, che state raccomandando e chiedendo alle Aziende del Settore di fare particolare attenzione alle misure di sicurezza a tutela della salute dei dipendenti e della clientela, vi ritenete soddisfatti?

Assolutamente no! Abbiamo chiesto ad Abi, Federcasse, Agenzia delle Entrate e Riscossione Sicilia di porre in atto tutte quelle misure volte a prevenire qualsiasi forma di possibile contagio per i dipendenti e la clientela. Ma ad oggi siamo ancora in alto mare. Abbiamo richiesto a più riprese di fornire mascherine e materiale disinfettante, di azzerare la mobilità e le riunioni, di utilizzare al massimo anche in deroga alle previsioni contrattuali lo smart working e tutte le altre misure per ridurre all’essenziale la presenza fisica nelle filiali e negli uffici, di sospendere ogni azione commerciale. Non vediamo, però, risultati per noi soddisfacenti. Il primo bene da tutelare è la salute dei dipendenti e della clientela, ma se non si prendono misure più incisive il rischio permane.

Le misure adottate dalle Aziende sono omogenee?

Purtroppo no. Ogni Azienda ha adottato una sua organizzazione del lavoro e questo in un momento così particolare non può andar bene. Devono essere definite regole certe, stringenti ed omogenee per tutte le Aziende e questo è quanto abbiamo rappresentato in ogni sede ed abbiamo rimarcato con forza che ciascuna Azienda ha una responsabilità diretta per la salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori. Anche per tale ragione, abbiamo chiesto un incontro urgente con l’Abi, l’Associazione che rappresenta tutte le Banche italiane, ed il prossimo lunedì le cinque OO.SS. di settore unitariamente discuteranno di tutto questo con i vertici di Abi.

Lei parla dello smart working, uno strumento che consentirebbe di ridurre in maniera significativa il “rischio” contagio lavorando da casa, senza ridurre l’operatività complessiva delle Aziende…

Sì, peraltro, l’accordo di rinnovo del contratto collettivo di settore ha evidenziato l’importanza di questa modalità lavorativa e lo ha rafforzato. Come stiamo vedendo anche la pubblica amministrazione e molte aziende stanno operando per favorire al massimo e sempre più questa modalità, almeno fino alla fine dell’emergenza coronavirus. L’abbiamo detto, lavorare da casa deve essere la regola non un’eccezione!

Ha già accennato che lunedì prossimo avrete un incontro con l’Abi, cosa chiederete?

Occorrerà stabilire, in modo chiaro ed univoco, le misure da introdurre nelle banche in seguito al decreto del Governo con particolare riferimento alla situazione di particolare complessità verificatasi in Lombardia e Veneto. Ribadiremo, inoltre, con forza le nostre richieste, che sono già note da tempo e tutte rivolte a garantire la sicurezza per la salute delle Lavoratrici, dei Lavoratori e della clientela. Ribadiremo, inoltre, di bloccare inequivocabilmente ogni pressione di natura commerciale e di punire ogni azione posta in essere in senso opposto. In questo momento di gravità sono comportamenti ancora più intollerabili.

Avete scritto al Ministro dell’Interno Lamorgese, perché?

Come più volte ribadito la situazione è molto difficile, le disposizioni messe a tutela dei Colleghi da parte delle Aziende non sono sufficienti. Si stanno verificando episodi di intolleranza e code presso gli sportelli bancari che pur avendo adottato modalità ridotta nella fornitura dei servizi assicurano l’operatività degli sportelli. Le Colleghe e i Colleghi sono ancora troppo esposti al rischio coronavirus, stiamo registrando su tutto il territorio nazionale un eccezionale afflusso presso gli sportelli in particolare di quelle fasce deboli, gli anziani più esposti al rischio contagio. Abbiamo quindi chiesto come Organizzazioni Sindacali del Settore bancario di far rispettare anche con l’intervento delle Forze dell’ordine in maniera stretta le disposizioni a tutela dei lavoratori e della collettività.

Bianca Desideri