Gigi Proietti, l’addio nel giorno dei suoi 80 anni, istrionico artista

Lutto nel mondo dello spettacolo, scomparso Gigi Proietti. Il grande attore e showman romano se n’è andato nel giorno del suo ottantesimo compleanno. Era ricoverato in una clinica romana per problemi cardiaci e le sue condizioni erano critiche. L’attore, che già in passato ha sofferto di attacchi di cuore, era ricoverato da quindici giorni presso la clinica romana Villa Margherita. Si sentiva affaticato e per questo si era sottoposto ad accertamenti. Nella giornata di domenica, però, Proietti ha avuto un attacco cardiaco e le sue condizioni si sono aggravate nella notte. Alle 5.30 del 2 novembre il suo cuore non ha più retto. Le sue parole “Un uomo, non un intellettuale, che racconta l’allegria di allora, impastandola a quella di oggi. Ma senza nostalgia, per l’amor d’iddio. No, semmai con la gioia per un passato che la mente riscrive come vuole, come un sogno ricorrente che, negli  anni, abbiamo imparato a controllare”, presentava così la sua vita Gigi Proietti. Ben 55 anni dei suoi 80 anni passati tra palcoscenici, set cinematografici e studi televisivi, Proietti “One man show”, era considerato da molti l’erede di Ettore Petrolini.

”Oggi ci lascia un attore gigantesco”. Così su Facebook Carlo Verdone. ”Sul palcoscenico tra i migliori se non il migliore. Enorme presenza scenica, maschera da attore dell’antica Roma, tempi recitativi sublimi. Era un volto che rassicurava che l’identità di questa città ancora vive. Discepolo di Ettore Petrolini, forse più volte ha superato il suo maestro. Autorevolezza, cultura, generosità e umiltà. Questo era Gigi Proietti” conclude l’attore.

“Mi farebbe piacere che a Roma venisse intitolato un grande teatro a Gigi Proietti, magari proprio il Brancaccio che lui ha diretto. Ho la sensazione che lassù stia facendo ridere tutto il creato, che stia facendo divertire con la sua classe, il suo meraviglioso talento e la sua umanità. Ciao Gigi sei tutti noi, il più grande di tutti noi”: lo dice un commosso Tullio Solenghi sulla sua pagina Facebook. In un video ricorda il grande attore, un ricordo “che testimonia, dice, anche l’umiltà di questo mostro della scena” “Quindici anni fa, racconta Solenghi, io e Massimo Lopez eravamo in scena con ‘La strana coppia’ al teatro Brancaccio che lui dirigeva. Fu un grande successo di pubblico e lui venne a gioirne in camerino, tutto contento, ci abbracciò. E poi mi disse, riguardo al personaggio che facevo “A Tù, daje giù con questo personaggio, fallo più incisivo”. Ma io risposi che preferivo farlo così, lavorare di sponda, di rimessa. “Va buò”, mi rispose. Quando poi finirono le repliche trionfali, tornò in camerino, venne da me e mi disse: “A Tù, c’avevi ragione tu, come lo fai te è perfetto”. L’umiltà era una delle grandi doti di questo attore.

“Addio Gigi. Sullo schermo eri quello che perdeva ai cavalli. Oggi, però, a perderti e a perdere siamo tutti noi”. Sono le parole di addio di Enrico Vanzina.

Enrico Montesano, profondamente addolorato ci scherza su. “Gigi aveva un’ironia formidabile, l’avrebbe presa così, raccontando anzi inventando una barzelletta”, dichiara l’attore che in Febbre da cavallo di Steno, film cult, era protagonista insieme a Proietti. “O forse – prosegue scegliendo di sdrammatizzare – avrebbe intonato Ettore Petrolini ‘so’ contento di morire ma mi dispiace…

Nicola Massaro