Aumentano le panchine rosse, ma il Codice Rosso è in stallo.
Questa è la fotografia per la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne nell’Italia del 2020.
Proprio oggi, 25 novembre 2020, l’agenzia Di.Re., Donne in Rete contro la violenza, ha reso noti i dati dell’indagine per l’anno 2019 condotta su 93 dei suoi 103 Centri Antiviolenza.
Nel 2019 sono state accolte circa 20.500 donne, con un incremento di 720 rispetto all’anno prima; si tratta quasi sempre di italiane, solo il 26,5% sono straniere, il 48,5% ha un’età compresa tra i 30 e i 49 anni, il 33,8% è a reddito zero e il 36% può contare su un reddito sicuro (36%).
La violenza più frequente è quella psicologica, poi quella fisica, quella economica, quella sessuale e infine lo stalking; prova del fatto che gli aguzzini non si accontentano della pura e semplice sopraffazione fisica, per quella possono contare su secoli di consolidate pratiche politiche e sociali, ma affinano le loro armi e si trasformano in piccoli tiranni dediti alla sottomissione e all’annullamento della personalità altrui, tutto pur di mantenere il potere sull’altra creatura.
Autori delle violenze sono italiani per l’80%, compresi tra i 30 e i 59 anni e per il 40% con un lavoro stabile. Quasi sempre sono partner (55%) o ex partner (20%).
L’annuale stesura di numeri e percentuali non tiene conto dell’attuale pandemia, ma è ragionevole pensare, sulla base delle richieste d’aiuto pervenute al numero antiviolenza 1522 tra marzo e giugno 2020, prima calate e poi impennatesi, che la convivenza forzata con il carnefice abbia scoraggiato le donne a denunciare.
Attenderemo il report del prossimo anno per capire realmente l’effetto del Coronavirus sulla condizione delle donne vittime di violenza. Anche se possiamo contare su anticipazioni che provengono dal rapporto realizzato dal servizio analisi criminale della direzione della Polizia Criminale, su Violenza di genere e omicidi volontari con vittime donne: il numero di assassinii volontari nei primi sei mesi del 2020 è sceso a 131, contro i 161 dello scorso anno, ma quello di donne uccise è salito da 56 a 59 (da 43 a 53 in ambito familiare ed affettivo).
Forse il Codice Rosso, approvato come legge dello Stato n. 69/2019, stenta a produrre effetti, complici la mancanza di una pena certa per i colpevoli, la lunghezza dei processi e le troppe archiviazioni, quando sarebbe auspicabile, per reati specifici come il revenge porn o l’abuso fisico e psicologico sulla donna (proprio perché è donna) un’azione giudiziaria rapida che miri a neutralizzare la violenza.
Continuiamo, quindi, ad aggiungere panchine rosse nelle nostre piazze, perché gli abusi sulle donne non si arrestano e non diminuiscono e la società deve essere bombardata di simboli che suscitino indignazione e riflessione.
Rossella Marchese